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Buone notizie dall’Opera di Roma

Due buone notizie dal Teatro dell’Opera di Roma Capitale. In primo luogo, sul fronte delle relazioni industriali si è prossimi ad un accordo che risolta i gravissimi problemi economici e organizzativi del Teatro – a sottoscrivere un accordo che possa evitare il licenziamento collettivo di Orchestra e Coro. Così come ribadito dal C.d.A. della Fondazione nell’ultima seduta dello scorso 22 ottobre.

Il Teatro ha confermato che le sigle sindacali hanno accennato ad alcune aperture fino ad oggi mai prospettate, ma ancora non è stata presentata una proposta organica unitaria da parte di tutte le sigle sindacali. Il tavolo è stato aggiornato a lunedì 10 novembre prossimo. Da informazioni ottenute da parte sindacale, pare che la minoranza che si era opposta alla ristrutturazione ed al risanamento abbia mutato avviso. Occorre sottolineare che coro ed orchestra stanno dando prova di responsabilità in quanto il riassetto comporta una riduzione del 35% dei compensi, una nuova organizzazione del lavoro e l’impegno a non effettuare più scioperi per i prossimi due anni.

In secondo luogo la nuova stagione d’opera e balletti 2014/2015 del Teatro dell’Opera di Roma apre giovedì 27 novembre, ore 19, con Rusalka, fiaba lirica in tre atti, apogeo musicale di Antonín Dvo ák. Sul podio debutta alla direzione dell’Orchestra capitolina il Maestro Eivind Gullberg Jensen. Il capolavoro del compositore ceco, per la prima volta in una produzione del Costanzi, avrà la regia, le scene e i costumi di Denis Krief e la coreografia di Denis Ganio. Pochi sanno che l’allestimento è in mano ad un regista noto per esser sparagnino; pare che scene e costumi costino un totale di 60.000 euro. “Il palco – ci ha detto Denis Krief – sarà come una scatola chiusa per ridare la dimensione cameristica della storia e lavorare più sulla recitazione. Rusalka è l’opera che racconta un rito di passaggio alla fine dell’adolescenza. C’è la scoperta della sessualità, il desiderio dei sensi di una ragazza che non vuole più essere bambina”.

Rusalka è una “fiaba lirica”, genere che nel nostro Paese ha generalmente avuto poco successo. Quanto meno a partire dalla fine del Settecento. Nonostante le radici del teatro in musica italiano affondino, in gran misura, nel tentativo di dare nuova vita al mito ed ai drammi pastorali dell’antichità classica. Il melodramma del romanticismo italiano quasi rigetta il fiabesco, centrale invece all’opera tedesca (si pensi a Marschner, Weber, allo stesso Wagner) dello stesso periodo, nonché a quella del Novecento (si pensi a Strauss). Nella Francia della Terza Repubblica il fiabesco viene utilizzato per dilatare nel mito i temi della società borghese nel periodo dell’industrializzazione trionfante (si pensi a Cendrillon, Chérubin e Le Joungleur de Nôtre Dame- di Massenet che proprio al Teatro dell’Opera ha avuto un’edizione bellissima circa quindici anni fa).

In Europa centrale ed orientale, le favole antiche (unitamente alla storia nazionale) alimentano la nascita di forme di teatro in musica che prendono nettamente le distanze da quelle assunte in Europa occidentale. Questa è una delle ragioni per cui il capolavoro teatrale di Antoni Dvo ák sia una rarità. Rappresentato per la prima volta a Roma nella stagione 1992-93, in una produzione dell’English National Opera, si è visto due anni fa a Torino ed è tornato nella capitale in un’edizione del Teatro di Ostrava nel 2008.

In Rusalka il fiabesco è di carattere sentimentale e simbolico: l’antico motivo della letteratura nordica in cui una ninfa prende, per amore, natura umana per amore pagandone le conseguenze. Il temperamento di Dvo ák è lirico e melodico, per se utilizza un grande organico ed i lietmotive wagneriani. L’attenzione è più sul contesto e sui singoli personaggi che sull’azione drammatica. Il sinfonismo permea l’intera partitura. Mentre nella scrittura vocale, il declamato wagneriano si trasforma in leider anche a più voci (come nel duetto finale) e le voci fanno da contrappunto all’orchestra (come nel quadro iniziale delle ninfe).

La fiaba di Rusalka, rappresentata per la prima volta a Praga il 31 marzo del 1901, è tratta dalla mitologia slava, dalla leggenda di Melusine popolare in Germania, da La sirenetta di Hans Christian Andersen e dalla novella Undine di Friedrich de la Motte Fouqué. La protagonista è uno spirito dell’acqua che, secondo l’antico tema tipico della letteratura nordica cui Dvo ák si ispira, prende sembianze umane per amore. È una fiaba di carattere sentimentale amoroso che diventa sempre più cupa, Denis Krief la descrive come “un sogno che si trasforma in un incubo, una tragedia umana”.

Nomi internazionali nel cast: Krassimira Stoyanova/Anna Kasyan (12, 14), Maksim Aksenov/Peter Berger (12, 14), Steve Humes/Kiril Manolov (12, 14), Larissa Diadkova, Michelle Breedt, Ivan Gnidii, Eva Liebau. Il Coro del Teatro dell’Opera sarà diretto dal Maestro Roberto Gabbiani.
“Il palco – ci ha detto Denis Krief – sarà come una scatola chiusa per ridare la dimensione cameristica della storia e lavorare più sulla recitazione. Rusalka è l’opera che racconta un rito di passaggio alla fine dell’adolescenza. C’è la scoperta della sessualità, il desiderio dei sensi di una ragazza che non vuole più essere bambina”.

Foto © Silvia Lelli

Dopo il debutto di giovedì 27 novembre (ore 19), Rusalka sarà replicata sabato 29 novembre (ore 18) e ancora, a dicembre, martedì 2 (ore 19), giovedì 4 (ore 19), domenica 7 (ore 16.30), mercoledì 10 (ore 19), venerdì 12 dicembre (ore 19), domenica 14 (ore 16.30).

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