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Alle aziende italiane piace la Francia

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La Francia è la prima destinazione privilegiata delle imprese italiane in Europa. Il paese accoglie il 33% dei progetti d’investimento europeo (il 13% si indirizza alla Grecia, l’8% verso la Romania e la Spagna). La vicinanza geografica e culturale nonché gli importanti scambi commerciali effettuati di anno in anno confermano lo stretto legame economico tra i due paesi. Anche nel 2013 l’Italia conferma, con 63 nuovi progetti, il proprio dinamismo posizionandosi al terzo posto nella classifica degli investitori esteri, subito dopo Stati Uniti e Germania.

Gli investimenti italiani in Francia prediligono i progetti di produzione (41% del totale), R&D (11%) e sono all’origine del 12% del totale degli investimenti in produzione realizzati in Francia. Nello specifico gli investimenti si dirigono verso il settore dei macchinari e apparecchiature meccaniche (14%), nel settore turistico, alberghiero e della ristorazione (13%), nel tessile (13%). Il 42% dei progetti nel settore turistico e della ristorazione sono realizzati da imprese italiane. Le Regioni che accolgono più della metà dei progetti e degli investimenti sono l’Île-de-France con il 25% la regione del Rhône-Alpes con il 19% e la Regione Provence-Alpes-Côte d’Azur con il 9%.

Mentre gli investimenti delle imprese italiane sono piuttosto orientate sui macchinari e apparecchiature meccaniche, gli investimenti americani si concentrano nel settore delle Hi-Tech (software e servizi informatici). Le imprese tedesche prediligono il settore automobilistico (30%) e degli strumenti elettrici ed elettronici (28%).

PRESENZA ITALIANA IN FRANCIA

In Francia sono presenti più di 1.200 imprese, 4400 stabilimenti, 100.000 posti di lavoro. Nel 2013 la presenza italiana è inoltre cresciuta del 17% rispetto al 2012, in particolare con le attività di Iveco (Fiat) che produrrà autobus biologici a Annonay (Rhône-Alpes), a Barilla che ha aggiunto una nuova linea di produzione Saint-Vulbas (Ain), ed infine a Granarolo, attore importante del settore agro-industriale italiano ha riacquistato nel 2013 la società CIPF Codipal, società produttrice di formaggi. Le tre regione italiane più attive in Francia sono la Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.

Tra i fattori determinanti che spingono le imprese italiane ad istallarsi in Francia, segnaliamo Il credito d’imposta-ricerca, che permette alle imprese straniere di dedurre dalle loro imposte il 30% dei costi sostenuti per attività di ricerca e sviluppo. Altro fattore importante è il costo energertico, di gran lunga inferiore a quello sostenuto in Italia. E per finire ricordiamo l’offerta di servizi e infrastrutture di altissimo livello ed un ecosistema imprenditoriale internazionale che stimola la competizione e offre opportunità di confronto e di crescita.

ALCUNE IMPRESE ITALIANE PRESENTI IN FRANCIA

Italcementi
Iveco
Barilla
Jalatte
Magneti Marelli Holding
Saati
ATR
Emmegi Srl
Granarolo S.p.A
Best Union Company

LA FRANCIA, TERRA D’ACCOGLIENZA D’IMPRESE E CAPITALI

La Francia, terra d’accoglienza economica, conta oltre 20.000 imprese straniere rappresentanti circa 2 milioni di posti di lavoro, un terzo delle esportazioni industriali, 20% della ricerca imprenditoriale e un impiego su quattro nell’industria. Il 34% degli investitori interrogati da Ernst & Young desiderano stabilirsi o svilupparsi in Francia. Un cifra superiore al Regno Unito (27%) o il Belgio (20%).

685 nuovi progetti d’investimento esteri nel 2013, 29631 posti di lavoro mantenuti o creati in Francia, 146 nuove imprese hanno scelto di impiantarsi in Francia per la prima volta. La Francia è il 4° paese al mondo per stock d’investimenti stranieri diretti (IDE) con ben 1081 miliardi di dollari in entrata nel 2013, dietro gli Stati Uniti, la Cina ed il Regno unito. Sempre nel 2013 le entrate dirette sono aumentate del 3,3%, pari a 12,7 miliardi di euro, in particolare quelle che implicano una nuova installazione nel paese (+53%).

Solamente i prestiti tra gruppi, operazioni finanziarie interne alle multinazionali registrano una riduzione (passando da 0 a -4.9 miliardi di euro, cifre che indicano un disinvestimento).

Sources: MINISTERE DE L’ÉCONOMIE ET DES FINANCES, AFII, MINISTÈRE DU COMMERCE EXTÉRIEUR, DOUANE

Edoardo Secchi
Founder & CEO
ITALIE-FRANCE GROUP
www.italie-france.com

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