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Il contropiede di Napolitano spiazza Renzi

Un giornalista di vaglia come Stefano Folli non avrebbe mai scritto, al suo esordio su Repubblica, che il presidente Giorgio Napolitano ha in mente di dimettersi addirittura a gennaio, se ciò non avesse un qualche fondamento e se non fosse stato incoraggiato (è consentito scrivere ‘’imbeccato’’?) a farlo. Tanto che la circostanza è stata assunta, come se fosse assodata, da tutti i media (nonostante il comunicato del Quirinale che non conferma e non smentisce).

Ovviamente, circolano soltanto ricostruzioni ‘’politicamente corrette’’ all’insegna del ‘’l’aveva detto al momento del suo secondo insediamento’’, ‘’il presidente è anziano, stanco e stressato’’, ‘’è abituato a non farsi aiutare, si scrive da solo i discorsi’’ e via banalizzando una scelta che, invece, ha sicuramente motivazioni politiche.

A nostro avviso, Napolitano ha capito il gioco di Matteo Balilla Renzi è non ha intenzione di assecondarlo dal Quirinale. Il premier-ragazzino, nel suo percorso verso la prise du pouvoir,  intendeva effettuare qualche colpo di teatro con la Ue, agitando il drappo rosso della riforma dell’articolo 18, allo scopo di passare indenne con la legge di stabilità. Poi il suo obiettivo primario sarebbe divenuto, in seguito, l’approvazione dell’Italicum, con l’obiettivo di andare alle elezioni anticipate a primavera, allo scopo di avere un Parlamento a sua immagine e somiglianza, non solo nei numeri, ma anche nelle persone.

Ovviamente, quel Parlamento, al momento dell’addio di Napolitano (che non sarebbe potuto, per motivi fisiologici, tardare troppo), avrebbe eletto alla più alta carica dello Stato un ‘’re travicello’’ del premier o, ancora meglio, una sua ‘’principessa del pisello’’ (ci riferiamo –  Dio ci è testimone –  soltanto all’ortaggio).

Giorgio Napolitano, anticipando le dimissioni, lo ha preso in contropiede, lo ha colto nel momento più difficile del passaggio del guado, perché adesso i suoi avversari e i suoi alleati (vi sono nello schieramento politico finti avversari ma veri alleati, ed alleati che farebbero bene ad essere avversari) sono in condizione di bloccare l’approvazione dell’Italicum e di esercitare un ruolo nella conta dei voti per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Naturalmente la vera protagonista sarà la ‘’quinta colonna’’ interna al Pd.

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Con tutto il rispetto dovuto all’Istituzione e alla persona, si sarà accorto Giorgio Napolitano di essersi assunto una grande responsabilità quando ha consentito a Matteo Renzi di formare il suo governo? Avrebbe potuto fare altrimenti? Immaginiamo che il presidente si porrà questa domanda fino all’ultimo dei suoi giorni (che ci auguriamo lontanissimo).

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Che cosa è il razzismo? Bella domanda. La risposta è complessa. Si è razzisti quando si discriminano tutti gli appartenenti ad una razza, ad un’etnia, ad una nazionalità o ad una cultura, per il solo fatto di questa appartenenza. Ma si è razzisti quando si denunciano quei Rom che insegnano ai loro figli di rubare, quei Rom che mandano i loro bambini a chiedere l’elemosina anziché a scuola, quei Rom che caricano di gravidanze le loro ragazze subito dopo la pubertà, quei Rom che occupano non solo le casi popolari sfitte, ma anche quelle abitate da persone temporaneamente assenti? Oppure anche rubacchiare, marinare la scuola, stuprare le bambine, chiedere l’elemosina sono espressione di una cultura e di una diversità che meritano rispetto?

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Quanti voti  procurerà alla Lega l’aggressione a Matteo Kim Il Salvini a Bologna?

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Ho letto che con le indagini prenatali la medicina è in grado di individuare la bellezza di trecento malattie destinate a venire in evidenza nel corso della vita. Dicono che così potranno curarle in modo preventivo. E se invece ne derivasse solo un aumento degli aborti? A me fa un po’ schifo una società che ambisce alla perfezione assoluta, aborrisce i ‘’difetti’’ fisici, vuole evitare a tutti i costi le malattie. Dove arriveremo di questo passo? Perché dovremmo essere noi a decidere quale vita è accettabile per nostro figlio?

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La Francescheide: ‘’Chi sono io per auspicare la costruzione di  ponti quando i fatti quotidiani indicano, invece, che sarebbero necessarie alte ed impenetrabili barriere?”.

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