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Saipem, Ilva e alberghi. Tutti i piani della Cassa di Bassanini e Gorno Tempini

Tutti la cercano, molti la vogliono, alcuni la criticano. Chi? La Cassa depositi e prestiti, il gigante risvegliato dall’ex ministro Giulio Tremonti.

La Cdp presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’ad, Giovanni Gorno Tempini, è sempre più al centro delle attenzioni – politiche, economiche e giornalistiche – ma con minor livore rispetto al passato: i turbo liberisti, evidentemente, sono meno attivi del passato o stanno rivedendo le loro posizioni.

Mentre gli intellettuali studiano, la Cassa opera. I dossier non mancano. Tra questi c’è quello dell’Ilva. Che fare dello stabilimento tarantino e del gruppo ora capitanato dal commissario Piero Gnudi? Le intenzioni dei privati, italiani e stranieri, per rilevare la società dei Riva ci sono sono, anche se le offerte non sono ancora delineate. Gli stipendi dei dipendenti sono a rischio e i finanziamenti delle banche non sono più tanto sicuri. Perché la Cassa non soccorre un impianto che molti considerato strategico per l’apparato industriale dell’Italia? Da tempo se lo chiede, ad esempio, il professor Federico Pirro, del centro studi di Confindustria Puglia. Bassanini, anche dialogando con Formiche.net, ha ricordato che lo statuto della Cassa non consente di entrare in aziende in perdita, come appunto l’Ilva. Eppure c’è chi, come ieri la Repubblica, rilancia l’ipotesi di un intervento come quello transitorio stile Ansaldo Energia. Da escludere, però, visti i vincoli dello Statuto. E’ invece più verosimile l’idea di un sostegno indiretto – tutto da decidere – per quegli operatori interessati a rilevare il gruppo. Sarà così?

Nei mercati finanziari si vocifera sempre più di un pour parler tra Eni e Cdp. Il motivo? Saipem, la controllata del Cane a a sei zampe che il nuovo capo azienda dell’Eni, Claudio Descalzi, punta a dismettere. In corso c’è un’operazione di rifinanziamento del debito Saipem, visto che oggi resta in maggioranza infragruppo e pari a circa 6 miliardi, ricorda oggi il Sole 24 Ore. Sul rifinanziamento non è all’opera ovviamente la Cdp, bensì Lazard. Mentre Credit Suisse, come scritto da Mf/Milano Finanza, starebbe lavorando per la cessione delle quote azionarie detenute da Eni. Operazione che potrebbe realizzarsi agli inizi del prossimo anno. L’interesse estero non manca. Il colosso russo Rosneft si è già fatto avanti, come dichiarato al Sole 24 Ore dai vertici del gruppo russo, e pare contare sui consigli dell’ex ad, Paolo Scaroni. In lizza ci sarebbe anche un colosso cinese, che avrebbe spedito già una manifestazione di interesse all’Eni, ha scritto il giornalista Carlo Festa nel blog sul sito del Sole 24 Ore. E sta studiando il dossier anche la norvegese Subsea7. Ma i vertici dell’Eni, come ha sottolineato sabato scorso la giornalista finanziaria Daniela Polizzi, già al Mondo e ora al Corriere della Sera, gradirebbero passare la mano a soci amici, tra cui la Cdp. Ma come interverrebbe la Cassa? Come holding, sotto forma di Cdp Reti o attraverso il Fondo strategico Fsi? Più probabile la prima ipotesi, secondo la ricostruzione di Formiche.net. Ma nulla è ancora deciso ufficialmente.

Invece Cdp ha già chiuso e ufficializzato l’accordo per l’ingresso con Fsi nel capitale del gruppo alberghiero Rocco Forte, con sede a Londra, con una quota del 23%. Esborso: 73 milioni di euro per partecipare a un aumento di capitale. Non sono mancati mugugni di alcuni operatori del comparto: perché la scelta di entrare in una società con sede a Londra e perché l’accordo con Rocco Forte?, sono alcune delle domande. L’operazione, in verità, è il primo passo di una strategia di Cdp che con Fsi punta a creare un Polo del Turismo italiano con l’obiettivo di rafforzare il settore turistico–alberghiero. In questo ambito, CDP Investimenti SGR ha istituito il Fondo Investimenti per il Turismo (FIT), un fondo immobiliare da collocare presso investitori istituzionali, destinato a investire nel settore turistico alberghiero in primarie location del nostro Paese. Come dire: non solo Rocco Forte. Presto, infatti – secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net – altre catene private faranno parte del progetto di Cassa anche se non tutte del livello di Rocco Forte.

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