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Elezioni Emilia Romagna, ecco come Salvini ha offuscato Forza Italia e Nuovo Centrodestra

Domenica decisiva oggi per il futuro del centrodestra. Le elezioni in Emilia-Romagna assumono infatti una valenza nazionale non tanto per la scontata vittoria di Stefano Bonaccini (sostenuto da Pd, Sel, Emilia-Romagna Civica e Centro democratico), quanto per l’Opa lanciata da Matteo Salvini sullo schieramento alternativo alla sinistra. Il leader della Lega Nord si è infatti speso in prima persona in queste consultazioni, in una strategia di logoramento degli altri partiti della coalizione iniziata dall’aver ottenuto il candidato presidente, individuato nel sindaco leghista Alan Fabbri (per lui tre liste: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia).

LA TATTICA DEL LEADER DELLA LEGA

Salvini è stato abilissimo nel convincere Silvio Berlusconi che l’Emilia è terra persa, quindi tanto vale mandare avanti un padano lasciando spazio a un partito in questo momento più attivo e motivato di Forza Italia, ridotta ormai a un ectoplasma lungo la via Emilia, mentre Fratelli d’Italia nemmeno è riuscita a presentare le liste in tutte le province. Ma il segretario del Carroccio non s’è fermato al candidato presidente, è andato oltre, ottenendo pure l’ostracizzazione degli alfaniani, costretti ad andare da soli.

L’OSTRACISMO VERSO ALFANO

Berlusconi ha acconsentito a tutto ciò, e così per Salvini e soci è stato un gioco da ragazzi occupare il vuoto politico creatosi a destra, in questa regione come nel resto d’Italia. Per il Matteo in camicia verde quella effettuata in Emilia-Romagna è stata una campagna elettorale prettamente nazionale, il cui obiettivo non era la conquista della Regione ma la scalata del centrodestra, e non a caso sono risuonati alcuni temi, come il contrasto all’immigrazione clandestina e la lotta all’oppressione fiscale, validi in tutto il Paese. Non bastasse, la continua presenza di Salvini, catalizzatore dell’attenzione mediatica, ha inevitabilmente oscurato la figura di Fabbri, rimasto poco conosciuto, tanto che sui manifesti elettorali è apparso il volto del segretario federale e non quello dell’aspirante governatore.

LA STRATEGIA NAZIONALE DEL CARROCCIO

Macinando chilometri su chilometri, presidiando mercati e piazze, presentandosi davanti ai campi rom a prendere le botte e davanti ai centri di accoglienza per immigrati a prendere gli insulti, Salvini ha fatto ombra a tutti, Bonaccini compreso. Ha bucato lo schermo anche con trovate geniali come il saluto ad Arrigo Sacchi a Fusignano e la visita a casa di Raoul Casadei a Gatteo Mare con tanto di “Romagna Mia” cantata davanti alle telecamere.

GLI EFFETTI COLLATERALI PER FORZA ITALIA

Inutile dire che la sfida lanciata da Salvini in Emilia-Romagna, seppure a parole sia stata indirizzata contro il Pd, in realtà abbia avuto l’obiettivo di ridimensionare Forza Italia, mettere la freccia e sorpassarla di almeno qualche punto percentuale. D’altro canto, gli azzurri nulla hanno fatto per impedirlo, anzi, hanno rallentato la corsa per lasciare passare i leghisti lanciati a tutta velocità.

LO SPOSTAMENTO DELL’ASSE A DESTRA

Per il momento, pare quindi riuscito il tentativo di Salvini di spostare a destra l’asse della coalizione, lasciando fuori dalla porta Ncd e Udc, che si sono dovute inventare la lista Emilia-Romagna Popolare, candidando a presidente Alessandro Rondoni nella speranza di agguantare il 3% ed eleggere un consigliere.

5 STELLE IN DECLINO

Non si attende certo un exploit dal Movimento 5 Stelle, per il quale rischia di essere molto lontana la soglia del 20%, anche se l’elettorato grillino non è prevedibile. Tuttavia, le divisioni interne e la lunga serie di espulsioni, insieme alla minaccia di boicottare la campagna elettorale da parte di un gruppo di parlamentari a causa dei dissidi con Grillo e Casaleggio (minaccia poi sfociata in un impegno particolarmente fiacco), fino alla candidata sconosciuta e senza troppo appeal mediatico come Giulia Gibertoni, rischiano di pesare molto sull’esito finale.

LE ALTRE LISTE

Chiudono il cerchio la lista di Liberi Cittadini per l’Emilia-Romagna, ispirata da alcuni ex grillini, che candida Maurizio Mazzanti ma non è riuscita a farsi conoscere abbastanza e nemmeno a presentarsi in tutte le province, e l’Altra Emilia-Romagna, gruppo di sinistra nato dall’esperienza della lista per Tsipras, che sostiene Maria Cristina Quintavalla.

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