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Il cyber game della Nato lungo i confini russi

Il Financial Times ha riportato le dichiarazioni di fonti accreditate secondo le quali, nei giorni scorsi, la NATO ha dato il via a vere e proprie esercitazioni di cyber war nella città estone di Tartu. L’avamposto di Tartu che dista appena 50 km dal confine russo è stato protagonista “del più grande gioco di guerra informatica al mondo”. I numeri lo confermano: alla simulazione avrebbero partecipato in 670 tra soldati e civili provenienti da 80 organizzazioni di 28 paesi diversi.

I responsabili militari dell’Alleanza Atlantica interpellati dal Financial Times sulla necessità di tale evento in un momento di tensione tale per cui un qualsiasi errore potrebbe favorire una exalation militare, hanno affermato che  l’esercitazione è utile per testare la capacità di resilienza delle infrastrutture informatiche della NATO e per valutare la capacità militare di rispondere ad attacchi provenienti dal cyberspazio.

Il cyber war game

Gli attacchi “virtuali” sono stati condotti nel centro militare di Tartu da una squadra composta da circa 100 soldati e funzionari dei servizi segreti che hanno lanciato attacchi tecnici sofisticati contro squadre della NATO in Europa e Nord America. In particolare gli attaccanti sono riusciti a violare i telefoni Android dei target nemici attraverso un malware (in gergo tecnico backdoor) installato grazie alla collaborazione di un fornitore di attrezzature militari. In contemporanea con l’attacco ai danni dei dispositivi mobili, una squadra di pronto intervento della NATO è stata inviata in Grecia dopo aver ricevuto l’allarme dell’avvenuta manomissione dei sistemi informatici degli aerei da ricognizione Awacs.

Il senso della simulazione e il contesto geopolitico

Luc Dandurand vice direttore delle esercitazioni ha dichiarato che “alla fine (i partecipanti) hanno capito che tutti questi attacchi sono provenienti da una singola entità; da uno stato nazione”.

Ufficialmente, l’attacco è stato pensato per interrompere una missione NATO in uno stato devastato dalla guerra nel Corno d’Africa. In realtà l’esercitazione si inserisce a pieno titolo nella cornice dei rapporti sempre più tesi tra l’Alleanza e la Russia a causa della crisi in Ucraina.

Secondo il Financial Times, sono troppe le analogie che legano la crisi ucraina con le esercitazioni condotte in territorio estone (sede per altro del Centro di Eccellenza della NATO di Tallin per la sicurezza informatica). In uno degli esercizi svolti, spiega ad esempio Sam Jones autore del reportage, viene simulata la sottrazione di alcune informazioni classificate nei dispositivi informatici in dotazione a un alto rappresentante NATO. Gli hacker poi diffondono la notizia apparsa su un giornale internazionale, il quale prontamente ha pubblicato le informazioni private del capo militare secondo cui la guerra era impossibile da vincere.

Questo episodio ricorda stranamente un caso simile avvenuto a Kiev nel mese di febbraio, quando una conversazione privata intercorsa tra l’assistente del Segretario di Stato degli Stati Uniti Victoria Nuland e l’ambasciatore di Washington in Ucraina, Geoffrey Pyatt, fu segretamente registrata e pubblicata sulla stampa.

Il senso della simulazione è lasciato alle parole di Robert Esposito (ex ufficiale della Royal Air Force che ora è un alto funzionario team operativo informatici della NATO) il quale non si limita a sottolineare l’importanza delle esercitazioni di questo tipo, ma si spinge oltre affermando che “ci sono tante realtà coinvolte. Queste storie sono basate sul mondo reale e in alcuni casi questi episodi possono essere già accaduti. L’unico modo per vedere se è possibile far fronte a questi pericoli è di svolgere questi esercizi nel modo più realistico possibile; l’unico modo è di farlo attraverso un esercizio come questo”.

Una coincidenza strana, proveniente dalla vicina Russia, ha voluto rovinare il gioco alla cyber war. Il giorno dopo in cui veniva diffusa la notizia che annunciava le avvenute esercitazioni lungo il confine baltico, il quotidiano online Russia Today rilanciava la notizia secondo cui la CIA ha tentato di cancellare migliaia di email che implicavano l’utilizzo di sistemi di tortura per combattere il terrorismo internazionale. Anche queste operazioni rientrano a pieno titolo nel quinto dominio della conflittualità.

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