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Donne, mamme

Erano di fronte a me. Figlio, madre e padre. Li osservo. Sono appollaiati a un tavolinetto, e il tavolinetto è un segno dei tempi e dei luoghi dove si pranza “fast” nelle aree metropolitane moderne. Quelle piene di architettura e di bistrot. I luoghi di ristoro che sono periferie rispetto alle trattorie di un tempo che fu.
Il figlio sta di fronte ai due genitori. Il padre è di poche parole. Solo un commento: sulla mancanza di sapore della frutta che butta giù come una medicina. E’ vestito con grande dignità. E una sciarpa gli cinge il collo. Proprio deve essere la prima volta che la mette la sciarpa. Tant’è che sembra un lungo torpedone andato fuori strada che penzola sulla sua digestione. Chissà da quale Sud assolato provengono, dove hanno appena festeggiato il Sole di San Martino.
La madre, invece, è lì che dialoga col figlio. Coordina, gestisce, sentenzia. Ha i capelli appena rimessi a lucido da una sessione di parrucchiere. Un castano sobrio. Sotto al tavolo buste e pacchi stanno tra le gambe dei tre. E sono un miracolo di stoccaggio. Oggetti, cose, libri, buste giacciono come truppe coreane in parata. Da uno dei pacchi compare lo spigolo di uno dei libri. E’ la tesi che il giovane deve aver da poco discusso. Forse appena il giorno prima visto che lui, il giovane, non indossa il tradizionale completo d’occasione.
A voce e testa bassa risponde alle indicazioni della madre che domina la tavola come una regina, dalla corona castana che impugna la forchetta come fosse uno scettro. Lui è laureato, e lei no. Lui, il figlio, è pronto per spiccare il volo. Chissà verso quali paesi stranieri. Diventerà un super tecnico o forse un bravo manager. E’ certo però, si farà valere. Ne è certa la madre che ha la testa leggermente buttata all’indietro quasi per offrire agli occhi l’angolo per guardare il futuro all’orizzonte di lui. Ha un seno imperioso morbido ma pronto a farsi baionette e trincea per lui.
Potrà diventare qualcuno lui, il figlio, ma sempre e comunque con la testa e la voce tra le gambe tornerà a rivolgersi verso di lei. Altro che violenza a donne così. Al massimo gli si può obbedire.

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