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Perché Hollande tentenna sulla consegna delle Mistral alla Russia

La Francia cede alle pressioni alleate e, a seguito della crisi ucraina, sceglie di sospendere la consegna della prima Mistral alla Russia. La decisione è giunta dal presidente François Hollande, che, spiega l’Eliseo, ha deciso di rinviare “sino a nuovo ordine” la consegna della prima delle due navi da guerra comprate dai Mosca nel 2011. Ma la scelta di Parigi rischia di costare cara alla sua credibilità.

AFFARI PERICOLOSI

L’affare, da 1,2 miliardi di dollari – scrive il britannico Financial Times – è finito nella partita delle sanzioni occidentali contro la Russia, sulla scia della crisi ucraina.

La consegna della nave, chiamata Vladivostok dalla marina russa – rammenta il russo Vedemosti – è stata bloccata nel mese di ottobre, dopo mesi di resistenza da parte di Parigi. Ma non era chiaro se la Francia ne avrebbe formalmente sospeso la consegna, data la possibilità di dover pagare danni pesanti a Mosca per violazione del contratto.

LA RISPOSTA DI MOSCA

Immediata la risposta dalla Russia, che ha detto di non volere “per ora” procedere in giustizia contro la Francia per reclamare il rispetto del contratto di vendita delle due navi da guerra francesi.

Attenderemo con pazienza“, ha dichiarato il vice-ministro russo della Difesa, citato da Ria Novosti. “Per ora non abbiamo alcuna intenzione” di procedere per vie giudiziarie, ha detto Yuri Borisov.

IL DILEMMA DI HOLLANDE

La situazione, tuttavia, è tutt’altro che risolta. E per il quotidiano della City, ora Hollande è di fronte ad un grande dilemma.
Il presidente francese “è già alle prese con problemi economici in patria e con i più bassi indici di popolarità di qualsiasi” capo di Stato transalpino “dopo la seconda guerra mondiale“.
Da un lato, fornire le navi “provocherebbe senza dubbio feroci critiche dai partner europei della Francia e dagli Stati Uniti“, considerato che la crisi ucraina non migliora e che il numero di vittime aumenta giorno dopo giorno.

Dall’altro, però, l’annullamento del contratto, approvato nel 2011 dal suo predecessore Nicolas Sarkozy – nonostante la forte opposizione dei suoi alleati – potrebbe “macchiare la reputazione della Francia come un fornitore affidabile nella” sempre più competitiva “industria degli armamenti“.

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