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Intesa Sanpaolo: ecco gli Stati che già gongolano per gli acquisti di bond da parte della Bce

Quantitative easing rimandato al 22 gennaio. E i mercati scalpitano nell’incertezza. Intanto la Bce sta già acquistando titoli privati (covered bond e Abs) sul mercato. Ma in Europa ce ne sono pochi: non più di 850 miliardi, che ovviamente Francoforte non potrà comprare in blocco. Secondo alcune stime, la Bce può acquistare non più di 50-70 miliardi l’anno di titoli di società ad alta affidabilità. Dunque l’unico veicolo disponibile che sia davvero liquido e con il quale l’Eurotower potrebbe introdurre denaro nell’economia per mille o più miliardi, resta l’acquisto di titoli di Stato: ce ne sono in circolazione più di 6.500 miliardi.

BERLINO DICE NO
A osteggiare questa possibile soluzione sono però alcune banche centrali nazionali, capeggiate dalla Bundesbank, che ritengono l’operazione di acquisto dei titoli di Stato pericolosa e illegale. Eppure un report di Banca Intesa, a firma dell’economista Luca Mezzomo, sostiene che sarebbero proprio Berlino & co i maggiori beneficiari di un’operazione in tal senso.

LA BCE ESTENDERÀ GLI ACQUISTI AI CORPORATE

Ma andiamo con ordine. Il report di Intesa curato da Mezzomo attesta che “sugli acquisti di covered e ABS, la creazione netta di liquidità non possa superare i 450 miliardi di euro per fine 2016, meno della metà rispetto a quanto atteso dalla Bce, ma l’evidenza di ciò non emergerà che gradualmente”. Dunque la Bce avrà ogni interesse a estendere gli acquisti anche “a titoli corporate, che stando ai dati Bce ammontavano a 900 miliardi di euro a luglio 2014, nonché titoli Efsf/Esm (194 miliardi di euro) e Bei (441 miliardi di euro). Ciò la quantità di titoli di Stato da acquistare per conseguire l’espansione di bilancio. Ipotizzando che acquisti il 10% di ogni categoria, per esempio, la BCE potrebbe acquistare tra aprile 2015 e giugno 2016: 70 miliardi di titoli corporate (10% del totale in circolazione); 20 miliardi di titoli Efsf e 40 miliardi di titoli Bei”.

GLI ACQUISTI IN GOVERNATIVI
In questo scenario – si legge nel report dell’ufficio studi di Intesa – “per raggiungere un trilione di euro di espansione di bilancio servirebbero acquisti di governativi tra 300 e 350 miliardi. Si noti che i titoli del portafoglio Smp scadranno in grossa parte per fine 2016; dunque acquisti di obbligazioni governative di tale ordine di grandezza manterrebbero l’incidenza dei titoli sovrani sul totale delle attività su livelli ancora limitati”. Il che implica che per tenere invariata la quota di titoli di Stato, la Bce dovrà agire in maniera aggressiva sulle altre categorie “in modo da ridurre gli acquisti di titoli di stato a circa 210 miliardi di euro. Tuttavia, le percentuali di obbligazioni Bei, Efsf, Esm da acquistare diverrebbero, in tal caso, molto elevate e forse non plausibili”.

… DI CUI BENEFICEREBBE L’EUROPA CORE

Vitor Constancio, il vicepresidente della Bce ha indicato che se la banca centrale dovesse acquistare titoli governativi “lo farebbe in base alle quote nel capitale Bce: una regola di questo genere favorirebbe i Paesi con un’elevata quota nel capitale Bce, ma con un basso debito e migliore rating, sicché la composizione del portafoglio da questo punto di vista potrebbe essere considerata meno rischiosa rispetto al portafoglio Smp (il programma Securities markets terminano a settembre 2012, ndr)”. Con ogni probabilità questa applicazione sarà corretta per evitare distorsioni nel mercato e “il prosciugamento della liquidità sui mercati più piccoli”. “Nel caso di un programma da 200 miliardi di euro senza correttivi, infatti – continua Mezzomo – la Bce acquisterebbe solo il 4% del debito italiano in circolazione e il 5% di quello spagnolo, ma dovrebbe rastrellare percentuali irragionevoli del debito di piccoli Stati come Estonia, Lettonia, Cipro e Lussemburgo”. In dettaglio, stando alle stime di Intesa su un Qe di 340 miliardi di euro in governativi, il rastrellamento di debito pubblico da parte della banca centrale corrisponderebbe al 50% per l’Estonia, al 27% per la Lettonia, al 23% per Cirpo e al 16% per il Lussemburgo. Mentre per la Germania la quota si fermerebbe all’8%, per la Francia al 5% e per l’Italia al 4%.

INTENSIFICARE GLI ACQUISTI?
E i Paesi core potrebbe ricevere ancora maggior favore dal momento che un programma di acquisti di 340 miliardi di euro potrebbe essere considerato insufficiente dai mercato. Dunque la Bce potrebbe “intensificare il ritmo degli acquisti in caso di necessità ovvero dell’evoluzione delle attese di inflazione e dello scenario macroeconomico”.
In conclusione: “A seguito dei dati economici deludenti e degli interventi di Draghi e Constancio riteniamo che la probabilità che la Bce annunci un Qe nei primi mesi del 2015 sia ormai superiore al 50%. Un annuncio già a dicembre ci sembra meno probabile, con l’avvio dell’Abspp e la seconda Tltro ancora da metabolizzare che consentiranno alla Bce di gestire efficacemente le aspettative ancora per qualche tempo”.

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