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Ecco il nuovo questionario per il Sinodo decisivo sulla famiglia

“Famiglia, indietro non si torna. Il Sinodo straordinario ha iniziato a delineare una svolta pastorale e le conferenze episcopali, coinvolgendo nella maniera più opportuna tutte le componenti ecclesiali, sono chiamate ad approfondire, spiegare, chiarire la traccia indicata che non nasce per caso, ma è un percorso radicato nel Vaticano II e nel magistero di papa Francesco”, scrive oggi Avvenire commentando la pubblicazione dei lineamenta per il Sinodo ordinario del 2015.

“FARE DI TUTTO PER NON RICOMINCIARE DA ZERO”

Il percorso, come è noto, è biennale: dopo l’appuntamento straordinario dello scorso ottobre, tra poco meno di un anno i padri si ritroveranno nell’Aula Nuova per discutere nuovamente di famiglia. Al termine, il Papa deciderà il da farsi. Comunque sia, scrive ancora il quotidiano della Cei, l’indicazione esplicita che compare nei lindamente è di “fare di tutto perché non si ricominci da zero, ma si assuma il cammino già fatto nel Sinodo straordinario come punto di partenza”.

RISPOSTE ATTESE ENTRO META’ APRILE 

Ora parte la seconda fase: alle diocesi di tutto il mondo sarà inviato un dossier composto dal testo finale approvato il 18 ottobre scorso (comprensivo anche dei tre paragrafi privi della maggioranza dei due terzi di voti favorevoli) e da quarantasei domande che hanno il compito di “facilitare la recezione del documento sinodale e l’approfondimento dei temi trattati”. Le risposte dovranno pervenire alla Segreteria generale del Sinodo, in Vaticano, entro il 15 aprile 2015, così da permettere la stesura dell’Instrumentum laboris, che sarà presentato prima della prossima estate.

LE PAROLE DI MONS. BRUNO FORTE

“Francesco ha parlato più volte della necessità che la chiesa cammini in senso collegiale. Così le nuove domande che il Sinodo invia sono state pensate proprio perché la collegialità sia il più possibile favorita”, ha detto a Repubblica mons. Bruno Forte, vescovo di Chieti-Vasto nonché segretario speciale dell’assise. “Un altro aspetto della collegialità è di crescere nella comprensione della verità attraverso l’ascolto di tutti”, ha aggiunto mons. Forte, e “questa crescita non equivale assolutamente a una sorta di relativismo, ma è motivata dall’esigenza che la verità rivelata sia colta sempre più in profondità”.

LE DOMANDE SULLE QUESTIONI CONTROVERSE

Sui temi più controversi e divisivi, il documento è molto cauto. A proposito della questione omosessuale, ad esempio, si chiede “come la comunità cristiana rivolge la sua attenzione pastorale alle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale”. E ancora, “evitando ogni ingiusta discriminazione, in che modo prendersi cura delle persone in tali situazioni alla luce del Vangelo? Come proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione?”.

I DIVORZIATI RISPOSATI

Quanto ai divorziati risposati, la domanda numero 38, dopo aver chiarito che “la pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati risposati necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi ortodossa e tenendo presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti”, è così formulata: “Quali le prospettive in cui muoversi? Quali i passi possibili? Quali suggerimenti per ovviare a forme di impedimenti non dovute o non necessarie?”.

IL PAPA NEGA SCONTRI AL SINODO

Stamattina, sul Sinodo è tornato a parlare anche il Papa, che ha negato “scontri tra fazioni”, tra progressisti e conservatori come avevano semplificato i media, mentre ha riconosciuto che si è avuto un positivo “confronto tra vescovi”. In ogni caso, ha chiarito Francesco, è il Papa a essere “custode dell’ortodossia” della chiesa e tutto quanto avvenuto a ottobre nell’Aula nuova era “cum Petro e sub Petro”.

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