Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Islam e dintorni, ecco dove l’Italia sta sbagliando

Ottocento moschee clandestine, le principali organizzazioni islamiche in mano a italiani convertiti che spesso hanno alle spalle una militanza politica estremista, il dialogo con quei Paesi del Golfo Persico che a suon di petrodollari finanziano la propaganda integralista, “mentre prendersela con l’Afghanistan dove ci sono solo montagne e deserto è facile”. E’ un’analisi senza sconti quella che Paolo Branca fa sui rapporti con gli immigrati musulmani in Italia.

L’ISLAMISTA MARTINIANO

Studioso dell’Islam, docente all’Università Cattolica di Milano nonché responsabile per le relazioni con il mondo musulmano dell’Arcidiocesi ambrosiana e molto legato al cardinale Martini, Branca parla a Imola, ospite del Messaggero Cappuccino, rivista dei frati dell’Emilia-Romagna. Interpellato sul tema dell’accoglienza, entra a gamba tesa nel dibattito spiegando come “questo complesso problema oggi venga approcciato da due posizioni estreme, che hanno portato al proliferare di 800 moschee clandestine”, fuori da ogni controllo. Da una parte “il rifiuto totale, chi si dichiara contro l’immigrazione e vuole rispedire tutti a casa”, una posizione che non tiene conto della realtà dei fatti, perché “puoi anche essere contrario, ma si tratta di un fenomeno che non puoi fermare; sarebbe meglio non affrontare il tema sul livello emotivo ma cercare strumenti per intervenire”. Dall’altro, “l’irresponsabile posizione del ‘volemose bene’, del ‘siamo tutti uguali’”, il falso mito di chi pensa che “l’accoglienza sia legata ai buoni sentimenti, ma non è così”. Nel bel mezzo, ragiona il professor Branca, “si sono inseriti i più furbi”. Tra questi “gli italiani convertiti, che rivestono un ruolo molto importante nella rappresentazione dell’Islam nel nostro Paese”.

IL PROBLEMA DEGLI ITALIANI CONVERTITI

“Molto spesso – continua il docente – coloro che si convertono da una religione all’altra non sono persone serene, vengono da traumi e da un passato ideologico pesante”. In Italia, ad esempio, “tante persone che militavano nelle formazioni di estrema destra o di estrema sinistra si sono convertite all’Islam una volta rimaste orfane della loro identità politica, convinte di poterla trovare in quella religiosa”. Inoltre, “sono queste persone a intrattenere rapporti con le amministrazioni pubbliche”, oppure i centri culturali e le associazioni di musulmani “maggiormente legate ai Paesi del Golfo che finanziano la propaganda integralista e la costruzione delle moschee in Italia, ai quali i nostri Governi non hanno mai chiesto come trattano i loro cittadini e le loro donne”. E si arriva così al tema del fondamentalismo islamico, “il risultato di una perdita di equilibrio all’interno dell’Islam” e “non un epifenomeno che finirà presto” prevede il professor Branca. Tuttavia, la culla di questo pensiero radicale sono stati ancora una volta i Paesi del Golfo, “che hanno diffuso queste teorie con i petrodollari senza che noi dicessimo alcunché”. Eppure le principali organizzazioni islamiche con le quali le istituzioni italiane si rapportano hanno proprio questo retroterra culturale e un legame con quelle aree.

LA MOSCHEA DI VIALE JENNER A MILANO

Il caso del centro di musulmani in viale Jenner a Milano secondo il professor Branca è esemplare. “C’è il grosso pericolo – spiega – che la prima moschea di Milano venga affidata proprio a chi gestisce quel centro, il peggiore tra quelli islamici della città. E questo perché s’è creato un problema di ordine pubblico e urbanistico che ha portato a una situazione ormai ingestibile, quindi si concede a loro una moschea nonostante ne abbiano fatte di cotte e di crude. E’ un messaggio devastante al mondo del’Islam, soprattutto a quei gruppi che collaborano attivamente negli oratori o sono lontani da certe impostazioni”. Sono quindi “le amministrazioni pubbliche italiane che per prime danno ufficialità a certi gruppi relazionandosi con loro e riconoscendoli, ignorandone invece altri”. Ma chi controlla l’Islam organizzato nel nostro Paese? Secondo Branca sono i siriani, in particolare i medici. Quasi un paradosso, visto che il loro numero è esiguo. “Sono stati i primi ad arrivare in Italia negli anni ’60 e hanno imposto la loro linea, che dura tuttora nonostante siano una minoranza”.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter