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Che combina Renzi sulle partite Iva?

Non ha detto “ho sbagliato”, ma il premier Matteo Renzi ci va vicino. Oggetto: le partite Iva. Professionisti e free-lance sono in subbuglio per le norme fiscali previste dalla Legge di Stabilità. Ecco tutto (o quasi) quello che c’è da sapere.

LE PAROLE DI RENZI

Il presidente del Consiglio questa mattina ha ammesso che c’è un problema con le partite Iva dei più giovani: “Non possiamo non inserire nei prossimi mesi un provvedimento ad hoc per i giovani professionisti che non hanno avuto vantaggi dalla legge di stabilità: un intervento correttivo è sacrosanto e mi assumo la responsabilità di farlo nei prossimi mesi”, ha detto.

IL CASO FISCALE CHE AGITA I PROFESSIONISTI

A far detonare mediaticamente il caso è stato in particolare il Corriere della Sera. Anche oggi, a Legge di Stabilità approvata, il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli con un commento/analisi di Dario Di Vico torna sul tema.

Di Vico inizia con una domanda: “Il governo presieduto da Matteo Renzi sostiene di aver ridotto, tramite la legge di Stabilità, di 800 milioni il monte-tassazione delle partite Iva. Ma è davvero così e il taglio interessa entrambi i segmenti del lavoro autonomo, quello tradizionale e quello di nuova generazione?”.

Spulciando le tabelle allegate al provvedimento, la firma del Corriere scopre che “520 milioni (degli 800) serviranno a intervenire sui minimi contributivi di artigiani e commercianti, misura più che legittima e sensata ma che non ha niente a che vedere con il portafoglio di professionisti e freelance. Il resto delle risorse serve a coprire il cambio del regime dei minimi (per Irpef e Iva) con una platea allargata e che vede primeggiare in benefici ancora una volta commercianti assieme a ristoratori”.

Per uscire dalle tecnicalità, il giornalista esperto di economia e welfare scrive: “Converrà però usare le parole che in tempi non sospetti — e non troppo distanti da oggi — aveva pronunciato a Ballarò il sottosegretario all’Economia, Emilio Zanetti. «Il cambiamento del regime dei minimi rappresenta un passo in avanti enorme per artigiani e commercianti e un passo indietro per freelance, liberi professionisti e agenti di commercio». Più chiaro di così si muore”.

LE VERE NOVITA’

La legge di Stabilità interviene, infatti, non solo sui contributi previdenziali Iva ma anche sul reddito (Irpef) delle partite Iva togliendo per i nuovi il forfettone a 30 mila euro con tassazione 5% e introducendo un sistema più complesso (semplificazione dove sei?) che nella sostanza abbassa i minimi a 15 mila euro e quindi riduce drasticamente la platea di chi ne potrà beneficiare.

L’ANALISI DI ITALIA OGGI

Di “tentazioni deboli” e “possibili interpretazioni disinvolte” parla il quotidiano economico e tributario Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi: “Un regime – si legge nell’articolo di Andrea Bongi – che per come è stato costruito dal legislatore, presta il fianco anche ad interpretazioni disinvolte da parte dei soggetti che aderiranno allo stesso a partire dal primo gennaio 2015”.

GLI ASPETTI FONDAMENTALI

Il quotidiano specializzato del gruppo Class indica le principali innovazioni del provvedimento: dalla determinazione del reddito su base forfetaria a prescindere dai costi e dalla spese effettivamente sostenute; dalla indetraibilità assoluta dell’Iva assolta sugli acquisti che non potrà nemmeno essere recuperata come componente negativa del reddito.

LA POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE ACTA

Secondo Anna Soru, presidente di Acta, questa misura aumenterà via via il gettito fiscale delle partite Iva del terziario avanzato e «così i freelance prima sono stati esclusi dall’ampliamento delle tutele del Jobs act perché non dipendenti, poi sono rimasti fuori dal bonus degli 80 euro e ora saranno tassati più di prima». Quando si è trattato di decidere in questa direzione il Parlamento ha cassato emendamenti e proposte di vario tipo tutte pro-freelance. Lo stesso sottosegretario Zanetti aveva firmato per mantenere il regime del forfettone a 30 mila euro mentre altri emendamenti chiedevano addirittura di portarlo a 45 mila euro.

IL GIUDIZIO DI DI VICO

Al di là della pura contabilità cosa distingue le due visioni, quella adottata alla fine dal governo e quella propugnata dagli altri? – si chiede l’editorialista del Corriere, Di Vico, che si risponde – L’impressione è che Matteo Renzi e i suoi non credano minimamente che il terziario italiano si possa irrobustire (anche) dando la possibilità alle partite Iva professionali di crescere o quantomeno non penalizzando quelle che riescono a farlo. Ed è singolare che ciò avvenga quando invece si cancella l’articolo 18 proprio perché ha rappresentato storicamente un vincolo a crescere per le piccole imprese sotto i 15 dipendenti. È uno strabismo incomprensibile”.
“Al governo non piace che si usi il termine «stangata» ma l’aumento della contribuzione alla gestione separata Inps che cos’è?”, scrive Di Vico.

LA REPLICA DEL RENZIANO GUTGELD

Ecco la lettera scritta dal consigliere economico renziano Yoram Gutgeld pubblicata oggi dal Corriere della Sera:  “Caro Direttore, 
Dario Di Vico ha definito sulle colonne del vostro giornale il provvedimento sulla fiscalità delle partite Iva contenuto nella legge di Stabilità «una stangata che contrasta con lo slogan governativo dell’abbassamento della pressione fiscale». 
Siccome la legge di Stabilità contiene non una stangata, ma una riduzione di tasse di circa 800 milioni per le partite Iva, credo possa essere utile spiegare meglio questo intervento correggendo un evidente deficit di comunicazione. 
Il nuovo sistema, il cosiddetto regime dei minimi, è un’operazione di semplificazione e di sostegno alle partite Iva di reddito sotto 15 mila euro annui. Prevede una riduzione di tasse e di contributi sociali appunto di 800 milioni di euro a favore di quasi 800 mila partite Iva, che inoltre non dovranno più tenere i libri contabili risparmiando i relativi costi amministrativi. 
Il precedente sistema escludeva quasi del tutto gli artigiani e commercianti, si applicava al massimo per 5 anni, e solo per giovani sotto 35 anni che non hanno lavorato in precedenza. 
Questo governo si è impegnato con determinazione a ridurre le tasse sul lavoro a partire dai redditi bassi. Il nuovo fisco per le partite Iva segue questo principio: si estende a tutti, a prescindere dell’età e del tipo di attività, e non ha limiti di tempo. Chiarisco infine che comunque nessuno pagherà più tasse; chi gode del regime attuale potrà mantenerlo se lo riterrà più conveniente”. Firmato: “Yoram Gutgeld, Consigliere economico e di Bilancio del governo”.

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