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Fiat, papocchio a Termini Imerese?

“Termini Imerese: quasi 300 mln di soldi pubblici per salvataggio. E Metec ne investirebbe 290. Tutto chiaro”. Questo tweet della collega Carlotta Scozzari, un paio di giorni fa, mi ha incuriosito.

Ieri, comunque, l’intesa c’è stata. L’accordo sottoscritto, si legge nella nota ufficiale, “prevede il progressivo rientro in fabbrica, da qui al 2018, di tutti gli addetti per la realizzazione di un piano industriale articolato in due fasi: la prima, che decollerà a gennaio prossimo, destinata alla produzione componentistica e la seconda finalizzata alla progettazione e alla realizzazione di due modelli di auto ibride (una di segmento A-B, l’altra di segmento B-C)”.

L’atto formale, si legge ancora, “è stato preceduto dalla necessaria operazione di capitalizzazione di Blutec (la newco che ha deciso di investire nel rilancio dell’impianto palermitano), effettuata nel pomeriggio a Torino”. L’intesa al ministero “è stata firmata dal ministro Federica Guidi, dai rappresentanti di Blutec, di Fiat/Fca e del Ministero del Lavoro, dall’assessore alle Attività Produttive della Regione Siciliana Linda Vancheri, dal sindaco Salvatore Burrafato, da Invitalia e dalle organizzazioni sindacali”.

Qui finiscono le parole ufficiali, dunque di circostanza. La sostanza è che il governo Renzi, i sindacati e la Regione Sicilia hanno benedetto l’intesa escogitata a Torino (nei dintorni del Lingotto) per cercare di salvare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese.

Nei dintorni del Lingotto – scriviamo – perché Roberto Ginatta di Metec è un amico di casa Agnelli e un fornitore della Casa torinese che ha presentato il piano.

Il progetto industriale si chiama Bluetec, dal nome della newco costituita dal gruppo Metec/Stola. Nell’accordo vengono stabilite le tutele del reddito dei lavoratori coinvolti nel trasferimento del ramo d’azienda (Fiat e Magneti Marelli, circa 760) con le garanzie anche per gli operai dell’indotto (circa 300) e gli impegni delle istituzioni: Stato, Regione siciliana e comune di Termini Imerese. Quindi, cassa integrazione prorogata di sicuro oltre la scadenza del 31 dicembre.

Poi ci sono i 290 milioni di soldi pubblici di cui parla Scozzari. Ma da dove sbucano? Ecco svelato l’arcano. Ha detto il segretario generale di Palermo-Trapani della Cisl, Daniela De Luca: “La Regione ci ha comunicato di aver approvato l’accordo di programma quadro che prevede lo stanziamento di 290 milioni di euro, 140 mln della Regione regionali e 150 nazionali, e su nostra richiesta, la salvaguardia con gli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori”. Tutto chiaro.

Tutto chiaro anche il rapporto fra Metec e Fiat. Ecco cosa ha scritto Scozzari su Repubblica: “La Metec al momento lavora soprattutto con il gruppo guidato da Sergio Marchionne. Per rendersene conto basta dare uno sguardo al bilancio del 2013 della società che vuole comprare Termini Imerese: se si va alla voce “crediti verso clienti”, che l’anno scorso è stata pari in totale a 58 milioni di euro, si scopre che quelli “entro i 12 mesi ammontano a 58.494 mila euro e i principali clienti sono rappresentati dalle varie società del Gruppo Fiat (in Italia e all’estero) e dalla Sevel spa (Società Europea Veicoli Leggeri), che è una joint-venture paritetica tra Fiat Auto e Psa”.

Inoltre “c’è un altro legame, meno evidente, che unisce Roberto Ginatta, azionista unico della holding che vuole comprare Termini Imerese, e Andrea Agnelli: i due sono soci in affari e partecipano al 50-50 una società con base a Torino, la Investimenti industriali spa”. E si dice che una personalità che sta seguendo Metec e il progetto a Termini sia l’ex uomo Fiat, Antonio Giraudo. Giraudo, come scritto da Dagospia, è uno dei soci della holding Roveri (“che controlla il circolo golfistico I Roveri, situato alle porte di Torino nella tenuta La Mandria dove vive Andrea con la madre Allegra Caracciolo di Castagneto e la moglie Emma Ceridwen Felicity Winter“, scrive il sito diretto da Roberto D’Agostino). E della Roveri è azionista anche la moglie di Ginatta.

Dalla moglie al figlio. Ha scritto Fabrizio Massaro del Corriere della Sera: “Il figlio di Ginatta, Mario, 32 anni è, fra le altre cose, tra i soci storici di Italia Independent, la società di Lapo Elkann”.

Tutto bene quello sta bene al Lingotto per Termini Imerese? Sarà. Ma di sicuro la vicenda suscita alcune domande che ci porremo nelle prossime ore.

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