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Napolitano verso il quarto strappo

E’ mancato il tradizionale saluto finale: W la Repubblica, W l’Italia!!

Per il resto, un messaggio retorico privo della minima analisi autocritica come dire: mi avete chiamato a sostenere una situazione di emergenza e ho fatto del mio meglio.

Eppure ci sono alcune date che non consentono diversivi o facili dimenticanze.

Napolitano è rieletto il 20 aprile del 2013 per la seconda volta, primo caso nella storia repubblicana, all’indomani delle elezioni politiche del 2013 che non avevano permesso la formazione di una maggioranza politica.

Al primo strappo, un  autentico “golpe blanco”, è quello del novembre 2011 con la messa in crisi dell’unico legittimo governo Berlusconi e la sua sostituzione con quello dell’appena nominato senatore a vita Mario Monti,  fa seguito il secondo, il 28 aprile del 2013, otto giorni esatti dopo la sua rielezione a Capo dello Stato, con la formazione del governo di Enrico Letta.

Trattasi, appunto, del secondo strappo in attesa della sentenza della Corte costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del “porcellum” .

La sentenza sotto la presidenza Silvestri, redattore Tesauro, è pubblicata in G.U. il 15 Gennaio 2014. Essa dichiara:

1)  l’illegittimità costituzionale dell’art. 83, comma 1, n. 5, e comma 2, del d.P.R. 30 marzo 1957 n. 361 (Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati);

2)  l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, commi 2 e 4, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 (Testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica);

3) l’illegittimità costituzionale degli artt. 4, comma 2, e 59 del d.P.R. n. 361 del 1957, nonché dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. n. 533 del 1993, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza per i candidati.

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 4 dicembre 2013.

F.to:

Gaetano SILVESTRI, Presidente

Giuseppe TESAURO, Redattore

Gabriella MELATTI, Cancelliere

Depositata in Cancelleria il 13 gennaio 2014.

Era questo il  momento in cui il Capo dello Stato aveva il dovere costituzionale di prendere atto che ci si trovava, come di fatto ci si trova tuttora, nell’anomala condizione di un Parlamento espressione di “nominati” eletti secondo procedure elettorali illegittime, dunque, nulle e in presenza di organi palesemente impediti a esercitare una corretta e legittima funzione di rappresentanza della sovranità popolare.

La strada maestra che si sarebbe dovuto imboccare era e rimane quella di andare al voto secondo le uniche regole possibili, quelle del Consultellum che derivava da quella sentenza, e ridare agli elettori la possibilità di esprimere correttamente la loro volontà.

Si è preferito, invece, dar corso al colpo dei leopoldini, interno alle vicende del PD e di affidare per la terza volta a un esterno non eletto la guida del governo.

Non abbiamo mancato di denunciare tutto ciò come un grave errore politico, che ci ha consegnato ai fasti e ai nefasti del patto scellerato del Nazareno cui ha fatto indiretto  riferimento Napolitano nel suo discorso di ieri sera annunciando con tono sicuro che ora spetta al Parlamento procedere all’elezione del nuovo presidente.

No signor Presidente, non ci siamo; continuare così significherebbe perpetuare una situazione di illegittimità, tanto più grave nel momento in cui si cerca di far passare un combinato disposto, nuovo Senato-legge elettorale dell’Italicum, che rappresenta un’autentica legge super truffa che i suoi antichi compagni di partito, da Togliatti a Longo a Terracini, coloro che bollarono come legge truffa quella di De Gasperi (premio di maggioranza alla coalizione che avesse ottenuto il 50% più uno dei voti), non oserebbero connotarla diversamente da come l’abbiamo qualificata.

Meglio sarebbe se l’ultimo atto di Napolitano fosse quello di far votare gli italiani con il Consultellum e di eleggere contemporaneamente un’assemblea costituente per le riforme istituzionali. Invece assisteremo agli ennesimi ludi presidenziali di febbraio e al permanere di un circolo Pickwick di dilettanti allo sbaraglio sotto la regia de “il Bomba“ fiorentino, alla guida di un Paese sempre più allo sbando, privo di un ‘autorevole guida espressione reale della volontà popolare.

Continuare sulla strada degli strappi vorrebbe dire perpetuare l’anomalia di una situazione destinata prima o poi a esplodere.

Ettore Bonalberti

www.insiemeweb.net

www.don-chisciotte.net

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