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Ecco speranze e paure degli italiani dopo Charlie Hebdo. Report Lorien Consulting

Si mantiene su livelli abbastanza negativi il giudizio sul governo (48% di giudizio positivo), il sentiment complessivo degli italiani sui 9 mesi passati di governo è tendenzialmente di delusione rispetto alle aspettative (forse troppo alte), emerge dunque (a fianco di chi in ogni caso giudica positivamente l’operato) un’idea di mediocrità, di una insufficiente risposta alle troppe promesse fatte.

ITALIANI OTTIMISTI PER IL 2015

Viceversa gli italiani si mostrano tutto sommato ottimisti sul prossimo anno (anche l’indice di fiducia nel futuro presenta dei segnali di ripresa) tuttavia a un bilancio attento dell’anno passato ritengono di essere riusciti a mettere da parte meno rispetto all’anno precedente (saldo molto negativo a -31%) e prevedono ancora consumi ridotti – secondo il 23% anche inferiori al 2014 – per il prossimo anno.

INTENZIONI DI VOTO

Cresce la Lega Nord (in parte a discapito delle altre forze di centrodestra) e cala fino al 37,5% il Partito Democratico. Lievi le altre differenze. Italiani preoccupati della situazione economica, cresce solo in parte la paura di guerre e terrorismo.

LE PRIORITA’ DEGLI ITALIANI

Le questioni economiche permangono sempre al primo posto, in particolare la disoccupazione. Cambiano però vistosamente alcuni segnali secondari: cresce la preoccupazione su tasse e corruzione, sale considerevolmente anche la paura di terrorismo e guerre (+6%) dopo i fatti di Parigi (attenzione: la rilevazione è stata condotta proprio a partire dalla sera dopo l’attentato, il fenomeno potrebbe aumentare considerevolmente nei giorni seguenti data la notevolissima eco mediatica e gli sviluppi anche internazionali della vicenda).

QUESTIONE IMMIGRAZIONE E ISLAM

Italiani maggiormente preoccupati dell’integrazione culturale e religiosa degli immigrati, ma bisogna distinguere tra regolari e irregolari. I fatti di Parigi hanno certamente colpito l’opinione pubblica modificando (almeno in parte) l’orientamento degli italiani sul tema migrazioni: se al primo posto permane sempre la necessità di distinguere tra clandestini e immigrati regolari, ma anche la constatazione dell’impossibilità di accogliere chiunque; dall’altro lato diminuisce l’identificazione di noi italiani come popolo di migranti (-9%) e la “natuaralezza” stessa del fenomeno, mentre aumenta la preoccupazione circa le difficoltà di integrazione culturale e religiosa (+5%), considerata da sempre più cittadini come una distanza incolmabile. La grande emotività e la paura seguita agli attentati ha infatti segnato un solco particolarmente profondo nell’opinione pubblica.

BILANCIO SU NAPOLITANO

Infine, sulla conclusione del secondo mandato di Napolitano, la fiducia verso le Forze dell’Ordine e la Presidenza della Repubblica è molto alta e permane sempre al primo posto.
Gli italiani apprezzano la scelta delle dimissioni di Napolitano (86% si dichiara molto o abbastanza d’accordo) e giudicano molto positivamente il suo operato di quest’ultimo biennio (79% di giudizio positivo). In particolare la constatazione che Napolitano è stato un Presidente forte che ha saputo mantenere alto l’onore dell’Italia all’estero, un profilo certamente molto apprezzato anche per il suo particolare decisionismo in un periodo caratterizzato dalla crisi del sistema dei partiti (non senza ricevere critiche proprio su quest’aspetto da chi ha considerato eccessiva la sua ingerenza).

Qui i dati completi del rapporto

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