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Roma in tre mostre: quando gli spazi alternativi ospitano l’arte

“One step beyond – Uno spazio oltre”, è la mostra delle opere dell’artista italiano Anghelopoulos visibile fino al 15 gennaio nello spazio Ripa Place all’interno del WorldHotel Ripa nella romana via degli Orti di Trastevere a Roma, un albergo internazionale ma anche luogo di arte e design. L’artista parteciperà subito dopo alla Biennale di Londra 2015 che si terrà presso Chelsea Old Town Hall, dal 19 al 25 gennaio. I lavori di Anghelopoulos che possono essere ammirati al Ripa Place sono olii e tecniche miste su tele di grandi dimensioni. Al centro del suo lavoro, l’uomo e la difficoltà di un contatto realmente solidale con i suoi simili, il rapporto incrinato con la conoscenza, l’assenza di un motore emozionale, di quella tensione intellettuale che sprona verso i significati autentici, che mira e muove alla verità delle cose, al nocciolo delle questioni. Respirando l’aria viziata del bozzolo, nella pavida ricerca di un seppur primitivo contatto con ciò che sta al di là di esso, quella che l’uomo si concede è invece un’occhiata limitata e distratta sul mondo circostante, uno sguardo costretto a farsi largo tra fitte trame difensive e viziati circoli di pensieri. Pittura materica, con grandi cieli, dove il colore cerca di dilatarsi in un abbraccio consolatorio eppure non del tutto svelato, misterioso e tuttavia presago di orizzonti più ampi. Anghelopoulos vive a Roma disegna e dipinge da sempre: dall’età di dieci anni frequenta i primi corsi di pittura cui seguiranno le prime esperienze espositive. In quegli anni intraprende studi musicali e si appassiona alla fotografia. Ancora molto giovane entra in contatto con alcuni affermati artisti nazionali. Dopo la parentesi universitaria, torna decisamente al suo primo amore, la pittura.

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Il progetto site-specific si chiama “Skin Taste”, è curato da Adriana Rispoli per PortoFluviale in collaborazione con Incontri Internazionali d’Arte e con il supporto di Banca Generali Private Banking, e vede la partecipazione dell’artista Flavio Favelli con l’opera Campioni. Su un grande manifesto di circa 150 metri quadrati, che riveste la “pelle” del locale PortoFluviale, l’artista presenta due squadre ideali composte dai medesimi “attori”. Trasformandole in opera d’arte, si appropria e manipola le immagini di alcune celebri figurine che ritraggono undici giocatori di calcio mentre indossavano le maglie dell’As Roma e della Ss Lazio, cioè accomunati dal fatto di avere militato, durante la loro carriera, in entrambe le società. Una parata di volti più o meno conosciuti su cui aleggiano tragici e poetici i cambiamenti del tempo, e che racconta implicitamente storie di vite e di contraddizioni. Per Favelli, “sono pochi i calciatori che hanno indossato le maglie della squadra della Roma e della Lazio nella stessa carriera. Ne ricordo alcuni perché erano nelle figurine che collezionavo con dedizione. Questa raccolta, come altre che facevo, quelle di francobolli, pacchetti di sigarette, lattine di birra e bibite, etichette, adesivi e cartoline, la associo a lunghi momenti di solitudine del mio passato. Questi santini del pallone, italiani e stranieri, mi accompagnavano come a scortare il mio pantheon visivo, come se avessero della proprietà taumaturgiche. Un esercito con stemmi, bandiere e colori che colmava un vuoto che veniva da lontano”. L’installazione sarà visibile al pubblico fino al 22 marzo. Il progetto vuole coinvolgere gli abitanti dell’Ostiense così come i frequentatori temporanei invitandoli a confrontarsi con un messaggio artistico e non pubblicitario, sebbene della pubblicità ne mutui la strategia. La riqualificazione estetica dell’area metropolitana e la volontà di fondare un nuovo incubatore di creatività con la missione specifica di generare una sinergia tra mondi non poi così distanti come l’arte e il cibo sono alla base del progetto. La convivialità, la trasmissione di vissuti, la percezione dei dettagli e delle differenze sono tra gli aspetti che gli artisti, attraverso il loro lavoro, analizzano con l’occhio deformante dell’arte.

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Uno spazio alternativo, quello della romana via Tirso, un ex teatro, ospita una mostra che è già stata visitata da oltre 40 milioni di persone, in più di ottanta città del mondo. E’ “Body Worlds”, la mostra originale di Gunther von Hagens dedicata all’anatomia, allestita nella città eterna prima di ripartire per nuove tappe nel Nord Europa. In occasione del suo nuovo allestimento a Roma, negli spazi recentemente rinnovati di via Tirso, l’esposizione propone un percorso dedicato al ciclo della vita. “The Cycle of Life” racconta al pubblico le tappe dell’esistenza attraverso i cambiamenti che modificano incessantemente il corpo umano. Complessità, resilienza e vulnerabilità del corpo saranno mostrate attraverso una serie straordinaria di studi anatomici. La tecnica della plastinazione di von Hagens consente la conservazione perfetta di tessuti e organi, offrendo un’occasione unica di divulgazione scientifica. Nell’ambito della mostra, fino al prossimo mese di febbraio, presso lo Spazio Eventi Tirso, verranno svolti workshop, laboratori, conferenze e incontri sul tema del corpo e la sua rappresentazione attraverso le varie forme di espressione artistica: pittura, fotografia, moda, visual communication, performance. Saranno coinvolti gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dei dipartimenti di anatomia artistica, pittura, multimediale, cinema, video, arti performative e altre scuole di formazione artistica tra cui l’Istituto Europeo di Design, la Rufa e l’Accademia del Fumetto.

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