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Il costo “occulto” della politica “privata”

Nel dibattito tra favorevoli e contrari al sistema di finanziamento privato ai partiti – la strada intrapresa dal nostro Paese, progressivamente, a partire dal 2013 e per i prossimi anni – si sommano disinformazione e partigianeria. La prima di solito alimenta la seconda, che a sua volta crea ulteriore disinformazione.

Certamente il finanziamento pubblico ai partiti, così come lo abbiamo applicato in Italia, aveva smesso da tempo di dare buoni risultati. Le strutture pletoriche e mastodontiche, sia a destra che a sinistra, e un’intera classe di lavoratori stipendiati unicamente dalla politica e per la politica hanno contribuito a creare il clima di insoddisfazione e sfiducia che ancora oggi viviamo.  Al tempo stesso hanno evitato che la politica fosse soltanto affare per pochi eletti, persone in grado di contare su grandi patrimoni da cui poter attingere per sostenere le proprie campagne elettorali, oppure – in misura minore – arrampicatori sociali spietati.

é quello che mostra il sistema politico statunitense. Nel 2013 la mediana di guadagno di un congressista statunitense è stata di 1,029,505 dollari. Peraltro in crescita del 2,5% rispetto al 2012. L’americano medio ne vale 18 volte meno: 56,355 dollari. Un dato ancora più eclatante: il 50,8% (cioè 271 su 533) dei congressisti americani sono milionari. Sono cioè persone non benestanti, ma decisamente ricche, ben al di sopra delle possibilità di qualsiasi cittadino americano.

Mentre, tra il 2007 e il 2013 la famiglia media americana si è impoverita di circa 1/3, i membri del Senato Usa sono passati da 2,3 a 2,8 milioni di dollari di guadagno mediano netto, e quelli del Congresso da 708mila a 843mila dollari. Qui il grafico dell’incremento della ricchezza mediana dei congressisti negli anni:

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La politica privata ha un costo che non vediamo, ma pesa. è il costo occulto dell’esclusione di molti cittadini dalla possibilità di ambire a un seggio nel Congresso. Esistono molte eccezioni naturalmente. Ma restano, appunto, casi eccezionali. La regola è che per poter fare politica negli Stati Uniti bisogna avere i mezzi economici (o procurarseli) per farla.

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