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Ecco i piani amerikani di Renzi

I renziani gongolano in queste ore. La seconda giornata del vertice italo-tedesco è andata benone, dicono. L’attesa scossa della Bce di Mario Draghi sarà più corposa (e, si spera, benefica) delle attese. Il patto del Nazareno procede, compresa l’intesa sull’Italicum e pure sul Quirinale. “E fra poco avremo anche un organo semi ufficiale del renzismo”, scherza ma non troppo un parlamentare renzianissimo, riferendosi ovviamente all’imminente nomina di Claudio Cerasa a direttore del Foglio. Il fondatore del quotidiano, Giuliano Ferrara, presto passerà mano e stanza direttoriale a chi da anni segue e si appassiona all’evoluzione del Pd. Non sono un caso gli abbonamenti al Foglio prontamente annunciati da personalità vicine al premier come Andrea Romano e Giuliano Da Empoli.

Ma la squadra internazionalistica della presidenza del Consiglio, sia a Davos sia al vertice italo-tedesco, ha già la mente all’organizzazione di una missione considerata strategica e rilevantissima. Quella che si dovrebbe tenere fra primavera ed estate – non sarebbero stati stabiliti ancora i giorni precisi – è una missione non troppo classica rispetto alle consuetudini. L’obiettivo di chi sta seguendo e realizzando l’idea – in primis il consigliere diplomatico Armando Varricchio e il consigliere economico Marco Simoni – è sì quello di rafforzare i legami e i rapporti anche commerciali fra Italia e Usa, in entrambe le direzioni, ma di dare particolare enfasi a far conoscere l’Italia non a personalità e palazzi consueti nelle missioni, bensì di andare in stati e aree di solito non troppo considerati in questo tipo di missioni. Si vocifera di Chicago e di Texas, ad esempio. Oltre che di incontri con i vertici di alcuni dei colossi americani.

In questa ottica, i renziani della presidenza del Consiglio e di altri ministeri, come in particolare il dicastero dello Sviluppo economico, sono al lavoro su un’opera di razionalizzazione e riorganizzazione delle società e degli enti che a vario titolo si occupano di attrazione di investimenti esteri in Italia e di promozione dell’export italiano. In quest’ottica, secondo la ricostruzione di Formiche.net, rientra anche il ruolo che avrà Luca Cordero di Montezemolo. L’ex presidente di Confindustria, e neo presidente della nuova Alitalia etihadizzata, più che consigliere del premier per il Made in Italy, avrà la funzione di presiedere una sorta di agenzia governativa per il Made in Italy che in prospettiva potrebbe accorpare o coordinare strutture attuali come ad esempio Ice, Invitalia ed Enit. E non è escluso che lo stesso Montezemolo possa partecipare alla missione in fieri negli Usa. Da escludersi un appuntamento pubblico con Sergio Marchionne

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