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Tap, perché il Tar del Lazio ha sbloccato i carotaggi

I sondaggi geotecnici che erano stati avviati dal consorzio che fa capo al gasdotto Tap potranno riprendere. A stabilirlo è stato oggi il Tar del Lazio, che ha annullato la sospensione disposta lo scorso 7 settembre dal sindaco del Comune di Melendugno, Marco Potì.

INTERESSE NAZIONALE

La decisione dei giudici del tribunale amministrativo contenuta nell’ordinanza (clicca qui per leggere il documento originale) si basa sul fatto che l’l’infrastruttura rivestirebbe “profili di prevalente interesse pubblico” e  “si configura come opera strategica, che i carotaggi sono quelli per i quali non è risultato necessario il nulla osta paesaggistico“.La notizia soddisfa i vertici di Tap, che compatibilmente con i tempi necessari alla mobilitazione dei tecnici e della strumentazione, hanno fatto sapere che i sondaggi riprenderanno nei prossimi giorni.

NON SONO DANNOSI

Inoltre, secondo i giudici per i carotaggi non c’è bisogno del nulla osta paesaggistico, perché i rilievi non alterano permanentemente il territorio, avendo gli stessi una portata ridotta, al contrario di ciò che rilevano alcuni ambientalisti.
Questo dovrebbe porre fine, almeno temporaneamente, al travaglio burocratico dell’infrastruttura italo-greco-albanese con cui “l’oro blu” azero giungerà in Europa.

NELLE MANI DI PALAZZO CHIGI

La notizia fa il paio con un provvedimento della Direzione generale per le infrastrutture energetiche di qualche giorno fa, che rimette il procedimento per l’autorizzazione unica aperto presso il ministero dello Sviluppo nelle mani della Presidenza del Consiglio dei ministri, escludendo in pratica dai giochi la Regione Puglia. Una scelta che gela la politica locale e i comitati che si oppongono al gasdotto, perché – scrive Chiara Spagnolo su Repubblica – l’opera “si farà e quasi certamente arriverà a San Foca, perché il Governo italiano lo ritiene “opera strategica e urgente“.

L’APPELLO DI RUSSO

Bisogna affrettarsi perché il tempo perso dall’Italia sinora potrebbe costare caro. A denunciarlo è stato in passato lo stesso Giampaolo Russo, numero uno di Tap Italia, in un suo intervento al seminario “Verso il G7 Energia” tenuto il 5 maggio scorso nella sede romana del Centro Studi Americani. Un tema su cui il country manager è tornato durante l’ultimo Nimby forum nella Capitale. Sull’Italia grava la pressione della concorrenza croata, decisa a “scippare” l’infrastruttura all’Italia, nonché la possibilità che questo fallimento porti a un deterioramento dei rapporti con un importante partner commerciale come l’Azerbaijan

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