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Aspettando la crescita

Il premier  Matteo Renzi ha festeggiato  il suo primo anno di governo con l’approvazione di gran parte della riforma del lavoro. La Uil gli ha ricordato che ripresa economica e occupazione  non si ottengono con i decreti leggi. Carmelo Barbagallo è stato esplicito: “Dobbiamo rinnovare i contratti, perché le tutele che mancano ai lavoratori, dopo l’approvazione del Jobs Act, ce le conquisteremo con la contrattazione”. Parole udite dagli industriali. Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica , e Stefano Dolcetta, vicepresidente di Confindustria,  hanno replicato chiedendo di estendere il contratto a tutele crescenti anche ai vecchi assunti.

“Demagogia precontrattuale -ha tuonato Rocco Palombella- che non tiene conto delle flessibilità già presenti nel contratto dei metalmeccanici ”. Questo contratto, come quelli di altre categorie, scadrà a fine dicembre. La Uil, il 23 febbraio, ha riunito a Roma, in forma seminariale, il proprio Consiglio nazionale per discutere di contrattazione. Nel dibattito è emersa la volontà di tentare un’intesa con Cgil e Cisl sulla riformulazione dell’accordo confederale che regola questo tema.

Occorre sconfiggere gli effetti della deflazione, che hanno messo alle strette il recupero del potere d’acquisto compiuto finora dai contratti nazionali. Il caso dei metalmeccanici rimane emblematico, soprattutto ai fini della crescita. Il contratto in questione fa riferimento a  un settore della produzione industriale che è stato in caduta libera fino all’autunno scorso. A livello interno i consumi e gli investimenti sono fermi.

Se mancano gli investimenti utili a rinnovare gli impianti, le aziende non possono far fronte agli ordini e sostenere la domanda interna. Il manifatturiero in Italia non ha puntato sulle produzioni ad alto valore aggiunto, sull’innovazione dei prodotti e dei processi, sul trasferimento di conoscenze ai lavoratori. Ecco perché sono indispensabili, per tornare a crescere, investimenti pubblici e privati rivolti all’industria e al manifatturiero, in particolare. Ma bisogna anche rinnovare i contratti nazionali, tra cui c’è quello metalmeccanico.

Ben venga un’intesa tra le parti confederali su  come rivedere le regole della contrattazione basata su rappresentanza, trasparenza e sapere. Ma è bene che si sappia come, già dal prossimo giugno, i sindacati metalmeccanici avranno urgenza di avere la loro piattaforma rivendicativa utile al rinnovo del Ccnl di fine anno. In quest’ottica ed esclusivamente in privato,  i rispettivi leader di categoria da tempo hanno già iniziato ad incontrarsi. La mattina del 19 marzo, invece, al Campidoglio di Roma si ritroveranno  in pubblico e sarà la prima volta che ciò accade.

L’occasione è data dalla presentazione di “Aspettando la crescita. Scritti meccanici per lo Sviluppo”,  un libro che ha la prefazione del ministro Roberta Pinotti, edito da Tullio Pironti e firmato da chi scrive. Rocco Palombella, Maurizio Landini, Marco Bentivogli ne discuteranno tra loro, moderati da Michele Arnese. Al dialogo contribuirà anche Carmelo Barbagallo e non parlare del contratto nazionale in questione, da fare possibilmente insieme, sarà impresa ardua.

Antonello Di Mario, Direttore di “Fabbrica Società”

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