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Italia Unica, che cosa (non) farà Passera con Alfano

“Difficile smentire una notizia che non esiste”. Così dice a Formiche.net Lelio Alfonso, coordinatore del partito passeriano Italia Unica, dopo che il Fatto Quotidiano di oggi adombra la possibilità di un avvicinamento tra il fondatore di Italia Unica e il leader di Ndc-Area Popolare, Angelino Alfano.

Il quotidiano diretto da Marco Travaglio, in un articolo di Francesco d’Esposito, scrive: “Adesso la nuova sponda alfaniana è l’asse fra Tosi e Passera”. Le sintonie tra il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che in queste settimane sta mettendo a soqquadro la Lega di Matteo Salvini, e l’ex banchiere Passera sono note e risalgono anche all’esperienza di Passera al dicastero dello Sviluppo economico, dove si chiusero accordi istituzionali su vari comparti con diversi comuni, tra cui Verona.

Tra Passera e Tosi c’è la comune ambizione di rappresentare un nuovo centrodestra non più berlusconiano, ma neppure destrorso come quello che sembra incarnare il leader del Carroccio. In questo milieu rientra anche l’azione di Raffaele Fitto, sempre più scalpitante: dopo il lancio dei Ricostruttori nella manifestazione romana, l’ex ministro azzurro sta organizzando tappe in tutt’Italia, tra cui oggi in Veneto, per ricostruire su basi nuove Forza Italia all’insegna di primarie, programmi e rinnovamento, oltre che costruirsi un profilo non più e non solo sudista, ma nazionale. Un’azione giudicata con severità dai berlusconiani di stretta osservanza, a partire da Giovanni Toti. Per questo nel cerchio magico berlusconiano, in verità sempre più ristretto, anche perché la famiglia Berlusconi appare concentrata più sulle aziende come testimoniano i casi delle operazioni in ballo su Rcs Libri e su Rai Way, si sta valutando se ci sono gli estremi statutari per espellere Fitto e i fittiani come Daniele Capezzone e Maurizio Bianconi. Estremi statutari che, secondo i Ricostruttori, non ci sono per nulla (qui un approfondimento notizioso del collega Gianluca Roselli).

Resta da vedere se tutti questi esponenti moderati riusciranno a mettere a fattor comune esperienze, idee e movimenti. Di sicuro Passera, come ha detto anche di recente, non punta a un ruolo di comprimario, ma ha esplicitato la sua volontà di essere il candidato premier alternativo a Matteo Renzi nella prossima competizione. Non è un caso che Italia Unica non parteciperà in alcun modo alle elezioni regionali (salvo sostenere qualche lista locali in elezioni comunali) e sta radicando il partito nato circa un mese che la società Swg accredita dell’1 per cento. Ma un candidato premier di uno schieramento che snobba, per non dire altro, quasi tutti gli esponenti di rilievo o meno dello stesso schieramento desta la sorpresa di non pochi osservatori politici.

Nel frattempo nelle maggiori città, in particolare Roma e Milano, i passerotti stanno spingendo sulla campagna pubblicitaria per lanciare le tre proposte di Italia Unica. Ma che senso ha spendere 155mila euro per lanciare un “prodotto”, ovvero un partito, che non si sa quando potrà essere “acquistato”, ovvero votato?

In attesa di risposte, con un tweet stamattina Passera ha annunciato che domani si terrà la prima riunione della direzione nazionale del partito eletta nell’assemblea fondativa di Italia Unica. Saranno assegnati i principali incarichi direttivi, tra cui quello delicato di tesoriere. A differenza di alcune indiscrezioni circolate e non smentite negli scorsi giorni, il banchiere ex Intesa, Francesco Micheli, membro della direzione non sarà tesoriere ma segretario generale del partito.

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