12 voti a favore e 3 contrari: così la Lega veneta ha concluso ieri sera la riunione del suo Consiglio nazionale respingendo la decisione di commissariamento disposta da Matteo Salvini.
El Leon che era in “moeca” si è svegliato e giustamente reclama la propria autonomia e il rispetto delle regole.
Pacta sunt servanda e nessuno, nemmeno i lombardi, hanno il diritto di entrare a gamba tesa nelle decisioni dei veneti stravolgendo regole e statuti.
Spiace che Luca Zaia abbia assunto il ruolo di reggicoda della giovane vedetta lombarda, anziché porsi, come avrebbe dovuto fare un vero statista, in un ruolo di mediazione tra il segretario federale e quello del suo partito nazionale.
Salvini sostiene che Zaia vincerebbe a prescindere, ma, forse, il lumbard conosce meglio le faccende della terra di Sant’Ambrogio che quelle di casa nostra.
Nel riconfermare piena solidarietà e sostegno all’amico Flavio Tosi facciamo appello anche a Zaia che nel programma dell’ormai trascorsa legislatura aveva assunto lo slogan: Prima i veneti.
Come? Prima i veneti e dopo supino alle imposizioni dei lumbard?
Ci auguriamo che tutto si risolva per il meglio e che al Veneto siano risparmiate quelle derive lepeniste emerse nella manifestazione di Piazza del Popolo a Roma.
Ettore Bonalberti
