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Inps, a proposito di furti pensionistici

Eravamo in tanti, ieri, nella Sala Blu dell’Ospedale all’Angelo di Mestre. Piu’ di 250 persone, riunite ancora una volta (come un anno fa) per concordare una ulteriore azione a tutela delle loro pensioni, minacciate dalle “ note” proposte  di Boeri, neo Presidente dell’INPS, e dei suoi consiglieri (i signori Patriarca). La platea, silenziosa ed attenta, era composta da pensionati INPS ex INPDAP e da pensionati INPS ex INPS. Dirigenti medici, sanitari, amministrativi, magistrati, avvocati, farmacisti, veterinari etc etc. Pensionati “normali”, messi in agitazione dalle idee di Boeri, sia come professore della Bocconi sia come neo-Presidente INPS.

In sintesi, la volonta’ di tagliare le pensioni miste (in parte retributive ed in parte contributive), ricalcolando il periodo retributivo ante 1996 con il cosiddetto “forfettone”, ossia applicando (ad esempio) i dati dei contributi 1993-1994-1995 per l’intero periodo lavorativo ante 1996 e tagliando di una % variabile il differenziale tra la pensione in atto e la pensione “forfettaria” cosi’ ricalcolata.

Per ottenere il risparmio, ipotizzato da Boeri, di circa 4,2-4,5 miliardi, l’operazione di ricalcolo ed il conseguente taglio “pensionistico permanente” dovrebbe essere applicato ad almeno 1,9 milioni di persone, con pensioni dai 2.000 euro/mese in su.

In dettaglio: 996.000 pensionati da 2.000 a .2500 euro/lordi/mese; 400.000 pensionati da 2500 a 3000 euro; 485.000 pensionati over 3000 euro/lordi /mese.

L’idea di Boeri, insomma, non si limita a prorogare i tagli pensionistici gia’ in atto (leggi di stabilità dal 2011 in poi ) ed a valere fino al 31/12/16, ma punterebbe – novità assoluta!- a colpire una nuova, piu’ ampia, platea di pensionati, piu’ o meno informati su queste volontà “bocconiane”. Non solo ma, questa volta, i tagli non sarebbero a scadenza, ma sarebbero permanenti, cioè irreversibili.  E, tutto cio’, alla faccia delle penalizzazioni gia’ in atto, valutabili (dati Federspev)  tra il 15 ed il 20% del valore pensionistico in essere nel 2008.

In presenza di queste prospettive,l’assemblea di Mestre ha manifestato la propria, chiara, volonta’.  Non  attesa passiva della prossima sentenza della Consulta sul ricorso veneto del 2014 ( come conseguenza dell’ordinanza della C.Conti Veneta n°12/2015) ma nuova azione attiva di “prevenzione”, nei confronti di Renzi, di Poletti e di Boeri.

Come? Per il momento, con una iniziativa “soft”. E’ stata cosi’ stesa e firmata, da tutti i presenti, una “LETTERA APERTA di CITTADINI PENSIONATI ALLARMATI”, lettera che sarà inviata martedi’ agli indirizzi dei 3 personaggi citati. La lettera integrale è reperibile sia sul sito FORMICHE.NET che sull’indirizzo e-mail:  ricorsopensioniveneto@yahoo.it.

In sintesi, la lettera ricorda i “semafori rossi” posti dalla Consulta nei confronti dei legislatori (sentenze n°30/2004; n°316/2010; n°223/2012; n°116/2013), legislatori  che hanno ripetutamente violato, in tema di pensioni, i principi di adeguatezza, di rispetto dei diritti quesiti, di ragionevolezza, di proporzionalità. Il “ricalcolo di Boeri” si rivelerebbe estremamente iniquo e contrastante con il principio della trasparenza amministrativa. Esso, infatti, si realizzerebbe sulla base di una indifferenziata ed irrealistica piattaforma contributiva per tutti (il “forfettone”) mentre il principio di uguaglianza postula invece che situazioni uguali ricevano trattamenti uguali e situazioni diverse ricevano trattamenti diversi. L’ipotesi si Boeri e C. si pone  in contrasto con quanto piu’ volte affermato dalla Consulta sul rispetto del principio generale di ragionevolezza e sul divieto di introdurre ingiustificate disparità di trattamento.

Una regola siffatta lederebbe non tanto e non solo “generiche aspettative previdenziali” ma la sostanza dei diritti acquisiti e consolidati dei pensionati, con  violazione di una serie di principi sanciti dagli art.3,36,38,53 e 97 della nostra Costituzione.

In breve, la lettera dei pensionati alla triade sopra citata si conclude (per ora) con l’invito “alle Signorie Loro a valutare nei termini sopra esposti la compatibilità costituzionale di eventuali iniziative legislative volte a ricalcolare le pensioni gia’ maturate e consolidate. Con riserva di agire nelle competenti sedi giudiziarie”.

Seguono le firme. Per ora, i pensionati veneti si limitano ad avvertire Renzi-Poletti e Boeri. Un avvertimento tecnico e gentile. Un avvertimento che non resterà isolato, ma dal Veneto si diffondera’ (si auspica) in altre Regioni, coinvolgendo sia soggetti singoli che organizzazioni di diversa tipologia. Tra queste ultime, certamente CONFEDIR, DIRSTAT, FEDERSPEV, in attesa di altre.

Come avvenuto nel 2014, i pensionati veneti gettano un sasso nello stagno, come segno di allarme per tutti: PENSIONATI e PENSIONANDI.

Si, perche’ le idee di Boeri e C. non potrebbero non penalizzare anche i prossimi pensionandi. O no?

Per ora, dal Veneto parte la LETTERA APERTA. Destinatari: Boeri,  Renzi,  Poletti. Ma la lettera girerà per l’Italia e finirà con l’ approdare (se siamo ancora in democrazia) anche sul tavolo del Presidente della Repubblica. La lettera veneta solleva problemi importanti di equità e giustizia, a tutela dei pensionati attuali e futuri.

Se i governanti “scivolano”, “ ci sarà pure un giudice,  nella Citta’ eterna o a Strasburgo!”

Stefano Biasioli (Lenin)

a nome e per conto dei “300 di Leonida”.

Mestre, 28/03/15

Per contatti, ricorsopensioniveneto@yahoo.it.

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