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Tutte le ipotesi sul colossale blackout elettrico in Turchia

Dalle 10:36 del mattino (ora locale) la Turchia è al buio. Il Paese ha subito un blackout quasi totale dell’energia elettrica, il più grande degli ultimi 15 anni. La mancanza di corrente ha causato disagi in 49 delle 81 province turche e nelle grandi città d’Istanbul e Ankara.

TUTTI GLI INDIZI

La compagnia nazionale turca di distribuzione d’elettricità, Teias, sostiene che all’inizio del pomeriggio la corrente sia tornata in 10 province. L’origine del blackout non è ancora chiaro, ma le autorità non hanno ancora escluso l’attacco terroristico. Il premier Ahmet Davutoglu ha spiegato che il guasto potrebbe avere origini tecniche, ma ha aggiunto che “tutte le piste sono allo studio al momento”.

ATTACCO INFORMATICO?

Il ministro dell’Energia, Taner Yildiz, ha detto che si sta indagando “per capire che cosa abbia provocato il guasto… Sono state dette molte cose: attacco informatico, taglio generalizzato, negligenza. Esaminiamo tutte le piste e annunceremo le nostre conclusioni all’opinione pubblica nella massima trasparenza”.

LE ALTRE CITTÀ COINVOLTE 

Altre città rimaste senza elettricità sono Trebisonda (nord-est), Aydin (ovest), Antalya (sud), Smirne (ovest), Izmit (nord-ovest) e Bursa (nord-ovest), Edirne (nord-ovest) ed Erzurum (nord-est). Secondo l’agenzia di stampa Dogan, la provincia di Van, confinante con l’Iran dal quale importa l’elettricità, non è stata toccata dall’interruzione.

PETROLIO IRANIANO

La Turchia importa gran parte del gas e petrolio da Mosca e Teheran. Nelle scorse settimane, Ankara ha dato il via alla costruzione del gasdotto transanatolico Tanap, un progetto da 10 miliardi di euro destinato a convogliare il gas azero verso la Ue.

IL SEQUESTRO 

L’evento di somma alla tensione derivante dal sequestro del procuratore Mehmet Selim Kiraz, titolare dell’inchiesta per l’uccisione del quindicenne Berkin Elvan durante le manifestazioni contro il governo da parte del movimento di Gezi Park. Il procuratore era all’interno del tribunale di Istanbul, quando è stato preso in ostaggio da un gruppo di persone armate, presunti membri della formazione fuorilegge turca di estrema sinistra Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del Popolo (DHKP-C).

TRIBUNALE POPOLARE

Secondo un comunicato diffuso su Halkinsesi.tv, organo vicino a DHKP-C, il gruppo armato ha dato alle autorità un ultimatum per soddisfare le sue richieste entro oggi pomeriggio: tra queste, la confessione in diretta da parte del poliziotto sospettato di aver ucciso Elvan, un processo agli agenti in un “tribunale popolare”, l’assoluzione di tutti coloro sotto processo per aver partecipato alle manifestazioni di solidarietà per Elvan. Elvan è morto l’11 marzo 2014, 269 giorni dopo essere entrato in coma, colpito alla testa da una cartuccia di gas lacrimogeno durante le proteste di Gezi.

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