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Chi è Muhammadu Buhari, il generale islamista nuovo presidente della Nigeria

Sfiancata dal terrorismo islamico, la Nigeria ha espresso il suo voto presidenziale. Nel Paese africano, considerato una delle economie più promettenti del continente, dal 1970 in poi tutti i governi si sono avvicendati con colpi di Stato. Nessuno aveva perso il potere per via elettorale. Almeno fino ad oggi.

Dopo il conteggio degli ultimi voti a Borno, lo Stato più colpito dalle azioni dei jihadisti di Boko Haram, è arrivato il risultato finale: il nuovo presidente della Nigeria è l’islamico progressista Muhammadu Buhari.

Buhari, leader del partito di opposizione Congresso di tutti i progressisti (APC), è stato dichiarato vincitore dalla Commissione elettorale indipendente con un vantaggio di due milioni di voti. Al secondo posto è arrivato il candidato laico Jonathan Goodluck, al potere dal 2010.

GESTIONE AMMINISTRATIVA

Nato a Katsina nel 1942, Buhari è sempre stato popolare nel nord della Nigeria, dove la partecipazione al voto è stata molto più alta che in altre zone. È a favore della sharia, la legge islamica, ma nega di avere un’agenda religiosa.

Alla fine degli anni ‘70 è stato nominato presidente della Corporazione petrolifera nazionale nigeriana e per due anni è stato ministro del Petrolio e delle risorse naturali. Secondo la Bbc, durante la sua gestione – a differenza di altri casi – il denaro derivante dalla vendita del greggio è stato reinvestito, specialmente in infrastrutture.

CREDERE NELLA DEMOCRAZIA

Con un passato militare, per alcuni osservatori Buhari non ha sempre creduto nella democrazia. Tanto che trent’anni fa ha guidato un colpo di Stato ed è stato al potere dal 1983 al 1985. “Dipende dalle persone. Se si elegge il leader corretto, non ci sarà necessità di un regime militare”, ha detto a ottobre del 2005.

Dopo tre tentativi falliti, ha finalmente vinto le elezioni con un programma di governo incentrato sulla lotta alla corruzione e al gruppo terroristico Boko Haram (ecco chi è, come si finanzia e cosa vuole Boko Haram).

PUGNO DI FERRO

In Nigeria si ricorda ancora la sua dura gestione della crisi nel lago di Chad nel 1983, quando come comandante militare Buhari gestì una ribellione militare. Il nuovo presidente nigeriano ha anche messo in atto in passato una sorta di “guerra contro l’indisciplina”, ordinando ai nigeriani di mantenere l’ordine nei luoghi pubblici. Il programma prevedeva, ad esempio, soldati con fruste alle fermate dell’autobus.

CONTRO IL TERRORISMO

Negli ultimi sei anni sono morte 13mila cittadini nigeriani e altri 3,3 milioni hanno dovuto cambiare casa a causa della violenza di Boko Haram. La vera sconfitta del Partito Democratico del Popolo, al governo dal 1999, è stata proprio la tutela della sicurezza. Buhari ha promesso di “eliminare” i jihadisti dal nord del Paese e si è impegnato nel ridare onore alle truppe dell’esercito nigeriano. La sua reputazione da militare con il “pugno di ferro” ha conquistato un elettorato spaventato dalle ultime azioni del gruppo terrorista.

LIBERTÀ DI STAMPA E CORRUZIONE

Quando è stato presidente in precedenza, Buhari ha approvato un decreto che limitava la libertà di stampa e due giornalisti finirono in carcere.

In un piano contro la corruzione, aveva anche ordinato la sostituzione della moneta con il cambio di colore delle banconote: chi aveva accumulato soldi in nero fu costretto a cambiarli per non perderli.

QUESTIONE ECONOMICA

Il governo di Buhari fu disastroso per l’economia nigeriana. Tentando di rimettere in ordine le finanze pubbliche riducendo le importazioni, molti hanno persero il lavoro. L’inflazione aumentò. Nel 1985 il generale Ibrahim Babangida prese il potere con un colpo di Stato. E Buhari trascorse tre anni in prigione.

“Buhari non sarà un buon amministratore dell’economia. Ma sarà coraggioso, forte e inflessibile”, ha detto l’ex presidente Olusengun Obasanjo, che ha vinto due elezioni presidenziali con il Pdp. Obasanjo è stato ministro del Petrolio negli anni ‘70.

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