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Contro l’utero in affitto

Stasera a Ferrara Mario Adinolfi, direttore de “La Croce”, consegnerà a Mons. Luigi Negri l’“Appello ai Vescovi Italiani”, pubblicato ieri in prima pagina sul quotidiano, affinché l’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (CEI), in programma dal 18 al 21 maggio alla presenza di Papa Francesco, prenda decisioni efficaci di mobilitazione contro il matrimonio omosessuale e l’utero in affitto introdotti dal DDL Cirinnà. Con l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, alle ore 20.45, il giornalista romano terrà una conferenza dal titolo “Le persone non sono cose” (Piazza S. Francesco-Sala S. Francesco, Ferrara).

Nell’Appello “La Croce quotidiano” chiede ai presuli italiani di promuovere “una mobilitazione reale parrocchia per parrocchia”, per evitare l’”inganno ai danni del popolo” che sarebbe perpetrato da tale disegno di legge, già approvato alla Commissione Giustizia del Senato (con 14 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto). Dal 7 maggio, data ultima di accettazione degli emendamenti, il DDL andrà in votazione anche alla Camera consentendo, se ratificato anche a Montecitorio, “che i bambini possono essere figli di due papà e di due mamme”. Adinolfi ricorda che, nel 2007, gli  Italiani sono scesi in piazza con il “Family Day” per impedire la legalizzazione delle coppie di fatto, allora con i “Dico”, “che erano acqua fresca rispetto al ddl Cirinnà”.

La proposta di legge cui relatrice è la senatrice Monica Cirinnà ed il primo firmatario il senatore Sergio Lo Giudice (entrambi del Pd), prevedrebbe ad avviso degli estensori dell’Appello ai Vescovi “l’equiparazione dell’unione gay al matrimonio”, legittimando “il ricorso all’utero in affitto, una pratica barbara che punta sulla condizione di bisogno della donna e rende il bambino mero oggetto di compravendita”.

L’iniziativa del quotidiano fondato il 13 gennaio 2015 a Roma dallo stesso Adinolfi, insieme alla scrittrice Costanza Miriano, al sacerdote oratoriano padre Maurizio Botta ed allo psicologo e psicoterapeuta Marco Scicchitano, è finalizzata ad influire sugli indirizzi della prossima Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, che si aprirà il 18 maggio ed alla quale parteciperà anche Papa Francesco. Nell’Appello indirizzato “al presidente della CEI Card. Bagnasco” e, contemporaneamente, ai “Vescovi Italiani”, che “cade in una fase storica decisiva per le sorti della società italiana”, direttore e collaboratori del giornale, avvertono i presuli “del pericolo incombente”, chiedendo “una mobilitazione delle coscienze e non solo, primi fra tutti dei cattolici italiani, affinché la devastazione non abbia luogo”.

Al grido di battaglia “di mamma ce n’è una sola, di papà ce n’è uno solo” “La Croce” sta cercando fin dalla sua fondazione di fornire ai lettori e parlamentari, cattolici e non, le argomentazioni culturali, sociali ed antropologiche per motivare l’improponibilità dell’equiparazione della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna a qualsiasi altra forma di convivenza, che siano le “unioni civili omosessuali” oggi o quelle poligamiche domani.

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