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Libia, tutte le ragioni (e i riflessi) della crisi

La Libia è uno dei focolai d’instabilità più critici della regione mediterranea. Le conseguenze della crisi hanno già investito l’Africa nord-occidentale e le sponde meridionali dell’Europa, Italia in particolare, e costituiscono una grave minaccia alla sicurezza per l’intera comunità internazionale. Per richiamare l’attenzione sui vari temi legati alla stabilizzazione della Libia, il Comitato Atlantico Italiano, in collaborazione con “Abhath” – Al Thuraya Consultancy and Researches di Abu Dhabi e il Mediterranean-Gulf Forum, organizzerà la Tavola Rotonda “La Libia e il futuro della sicurezza nel Mediterraneo” che avrà luogo domani a Roma presso il Centro Alto Studi per la Difesa.

Autorità di governo, esponenti del mondo politico ed esperti provenienti da Italia, Europa e Medio Oriente interverranno ai lavori della Tavola Rotonda che sarà composta da due sessioni.

La prima sessione indicherà la strada da seguire verso la stabilizzazione della Libia. Dopo la caduta del vecchio regime dittatoriale e la nascita di nuove istituzioni, la mancata realizzazione di un piano di stabilizzazione e ricostruzione ha precluso il consolidamento di un’autorità centrale in grado di prevenire la proliferazione di milizie, gruppi terroristici e criminali, artefici questi ultimi del traffico di esseri umani e dell’emergenza immigrazione. La Libia è così sprofondata in uno stato di crescente conflittualità interna e frammentazione. Le ostilità tra Tobruk, sede del governo e del parlamento internazionalmente riconosciuti, e le forze di Tripoli dominate dagli islamisti hanno ulteriormente accresciuto il vuoto di potere fino alla recente ascesa di milizie legate all’Isis. Mentre le richieste di revoca dell’embargo sugli armamenti al governo libico legittimo si sono intensificate, i negoziati in corso sotto l’egida dell’Onu non hanno ancora prodotto una soluzione politica e un nuovo governo di unità nazionale che stabilizzi il Paese e ne scongiuri la divisione. Questa sessione esaminerà le cause dell’instabilità in Libia e le sue ricadute sulla sicurezza dei paesi vicini, l’andamento delle operazioni condotte dal governo legittimo contro le milizie e i gruppi terroristici, il coinvolgimento degli attori regionali nella crisi e le possibilità di successo dei negoziati dell’Onu per la riconciliazione nazionale.

La seconda sessione discuterà dell’adozione di Una strategia per l’Italia in Libia. Terrorismo, emergenza immigrazione, sicurezza energetica: l’Italia è esposta all’instabilità generata dalla crisi libica più di altri paesi europei. L’arrivo dell’Isis ha spinto il governo italiano a richiedere l’uso della forza per contrastare tempestivamente la minaccia prima che si espanda senza incontrare ostacoli raggiungendo anche l’Italia. Tuttavia, le dichiarazioni rilasciate dai principali esponenti del governo erano probabilmente finalizzate più a sollevare l’attenzione dell’Ue e della Nato, che non sembrano propense a un coinvolgimento attivo in Libia, che a mostrare l’effettiva disponibilità italiana ad assumere la leadership di una nuova operazione militare. Lo scenario libico potrebbe deteriorarsi ulteriormente e in tale prospettiva è fondamentale lo sviluppo di una strategia di sicurezza coerente che guidi l’azione dell’Italia in Libia e nella regione, identificando chiaramente gli interessi nazionali da salvaguardare e perseguire. Questa sessione si concentrerà sulla definizione della strategia italiana e delle politiche da mettere in atto per fronteggiare efficacemente la minaccia terroristica e l’emergenza immigrazione. Quale partner privilegiato della Libia nel Mediterraneo, l’Italia può svolgere un ruolo diplomatico di primo piano nel favorire la riconciliazione libica e la formazione di un nuovo governo di unità nazionale che garantisca la stabilità, l’integrità territoriale, la moderazione politica e lo sviluppo socio-economico del Paese.

Con la tavola rotonda “La Libia e il futuro della sicurezza nel Mediterraneo”, il Comitato Atlantico Italiano intende promuovere la cooperazione tra decision maker ed esperti sulla stabilizzazione della Libia. Risolvere la crisi libica è di cruciale importanza per l’affermazione dei principi di solidarietà e di sicurezza cooperativa nel Mediterraneo. Pertanto, l’Onu, l’Ue, gli alleati della Nato e i partner strategici regionali come l’Egitto sono chiamati ad adottare politiche comuni per garantire un futuro di sicurezza alla Libia e a tutto il Mediterraneo.

Emiliano Stornelli è senior researcher e direttore dei programmi per il Mediterraneo e Medio Oriente presso il Comitato Atlantico Italiano

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