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Nsa, che cosa ha deciso la Corte Usa

Nuova tegola per l’Nsa, l’agenzia di spionaggio americana al centro delle polemiche per un discusso programma d’intercettazioni elettroniche svelato al mondo dall’ex contractor Edward Snowden. Oggi, un tribunale d’appello federale Usa ha deliberato che quel tipo di raccolta dati delle telefonate di milioni di cittadini statunitensi è illegale, perché non autorizzata dal Patriot Act, come sostenuto più volte dai presidenti George W. Bush e Barack Obama.

LA DECISIONE DEI GIUDICI

I tre giudici del Secondo circuito delle Corti d’appello – spiega la stampa a stelle strisce – hanno sentenziato all’unanimità che la legge che permette la raccolta di informazioni rilevanti per le indagini nella lotta al terrorismo non autorizza la cosiddetta “bulk collection”, la raccolta di un così grande quantitativo di informazioni, come fatto dall’agenzia di spionaggio. I giudici non si sono però espressi sulla costituzionalità del programma.

MOMENTO DELICATO

La decisione, presa a New York, arriva in un momento delicato del dibattito nazionale sulla sorveglianza operata dal governo, con la Sezione 215 del Patriot Act, la legge voluta da Bush dopo l’11 settembre 2001 per combattere il terrorismo, che scadrà il prossimo mese; i membri del Congresso stanno discutendo della possibilità di rinnovare, modificare o far “morire” la Sezione 215, quella che, secondo le agenzie d’intelligence, avrebbe autorizzato la raccolta di milioni di metadati telefonici. Ma soprattutto, il pronunciamento sembra andare in controtendenza rispetto alle scelte di molti parlamenti, come quello canadese, ad esempio, che proprio oggi ha approvato nella camera bassa una nuova legge anti-terrorismo che rafforza in modo marcato i poteri dei servizi segreti, autorizzati a esercitare un controllo inedito su internet.

LE CONSEGUENZE

I giudici non hanno ordinato la fine della raccolta dei dati, facendo notare che il dibattito in Congresso sulla Sezione 215 dovrà necessariamente portare a una decisione, in un senso o nell’altro. Se il Congresso dovesse decidere di approvare la raccolta dei metadati telefonici, la questione del diritto alla privacy, su cui i tre giudici non si sono espressi, potrebbe essere affrontata dal tribunale.

LA REAZIONE DI BERLINO

La notizia ha, come prevedibile, sortito reazioni internazionali. Berlino, – racconta la stampa tedesca – aveva ordinato già da tempo ai suoi servizi di intelligence di ridurre considerevolmente la loro collaborazione con l’agenzia americana, dopo le rivelazioni sullo scandalo-spionaggio nei confronti di responsabili europei per conto di Washington, compresa la cancelliera Angela Merkel. Dall’inizio della settimana, nessuna comunicazione internet diretta alla Nsa è intercettata nel centro di ascolto del Bnd, l’agenzia di intelligence “esterna”) di Bad Aibling, hanno sostenuto il quotidiano Sueddeutsche Zeitung e le emittenti pubbliche regionali Ndr e Wdr.
I servizi di intelligence tedeschi, in accordo con la cancelleria, hanno informato gli americani che una giustificazione formale di richiesta di spionaggio dovrà d’ora in poi essere inviata per ogni richiesta di intercettare comunicazioni su internet. Un esempio che potrebbe essere mutuato altrove e che riaccende in Occidente il dibattito su quale debba essere il confine tra privacy e sicurezza.

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