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Migranti, ecco numeri e dubbi su quote e interventi

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Dopo 5mila morti annegati nel Mare Mediterraneo, forse l’Europa ha un’agenda e un piano per l’immigrazione.

LA SINTESI DI IERI

Spetteranno a Germania, Francia e Italia le maggiori quote di profughi da accogliere secondo l’agenda europea approvata ieri mattina dalla Commissione europea. Roma dovrà accogliere l’11,84% dei richiedenti asilo già presenti nell’Ue e il 9,94 dei 20mila previsti da paesi terzi. Gran Bretagna, paesi dell’est e baltici contrari al piano, che prevede anche più mezzi e fondi per Triton.

LA TEMPISTICA

L’Agenda passerà al Consiglio dei ministri degli Interni del 15-16 giugno e poi alla decisione del summit dei 28 capi di governo del 25 giugno. “Tutte proposte dell’esecutivo Juncker, per il momento – scrive Giampiero Gramaglia sul Fatto Quotidiano – nulla di operativo, anche se l’aumento del fondi di Frontex ha già avuto l’ok dei leader dei 28 Paesi”. “L’obiettivo, ottimistico, è mettere in funzione le quote a fine mese per alleviare la pressione sui Paesi più esposti”.

PROPOSTA E QUOTE

La proposta prevede un «meccanismo di distribuzione temporaneo» per richiedenti asilo già nell’Ue (entro maggio), che diventerebbe stabile entro l’anno. La quota italiana è dell’11,84%. 20 mila richiedenti asilo verrebbero accolti dall’estero (9,94% all’Italia), aggiungendo 50 milioni di euro (entro maggio).

NO AZIONI DI TERRA

L’attacco ai trafficanti di esseri umani non prevede azioni di terra in Libia e negli altri Paesi di partenza fino a quando non ci sarà una risoluzione dell’Onu. Federica Mogherini ha annunciato che lunedì il Consiglio dei ministri degli Esteri Ue discuterà «l’operazione navale, speriamo in una collaborazione con le autorità libiche, per smantellare il modello di business dei trafficanti».

LA MAPPA DEGLI STATI

Il punto fondamentale dell’intesa raggiunta grazie all’impegno del presidente Jean-Claude Juncker riguarda la distribuzione obbligatoria dei profughi. I 25 Stati della Ue – al momento sono fuori Regno Unito, Irlanda e Danimarca – dovranno dividersi le persone attualmente presenti in Europa in base a un sistema percentuale che tiene conto di 4 parametri: il numero della popolazione al primo gennaio 2014; il Pil del 2013; il numero di richieste di asilo ricevute e quelle concesse; il tasso di disoccupazione alla fine del 2014. Seguendo questo criterio la Germania dovrà garantire assistenza al 18,42% degli stranieri, la Francia al 14,17, l’Italia all’11,84, la Spagna al 9,10 e via via fino a Cipro che si occuperà dello 0,39.

I DATI

Scrive Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera: “Il numero effettivo si conoscerà alla fine del mese, quando sarà effettuato il censimento delle presenze. L’ultimo dato disponibile riguarda infatti i richiedenti asilo del 2014 che sono stati 626.715. L’impegno è che ci sia una distribuzione rispetto alla situazione esistente e poi si vada a regime quando ci saranno nuovi sbarchi nei Paesi del Mediterraneo oppure arrivi via terra negli altri”.

LE DOMANDE DEL SOLE 24 ORE

Scrive Adriana Cerretelli del Sole 24 Ore: “Ma se alla fine della partita negoziale si scoprisse che un Paese come il nostro dovrà assumersi un dovere di accoglienza più pesante dell’attuale, mentre i Paesi del Nord avranno alleggerito il il loro fardello?”.

SCAFISTI E RIMPATRIO

Per cercare di «togliere lavoro agli scafisti e trasferirle in maniera legale e sicura» si è poi deciso di accogliere – sempre seguendo un sistema percentuale – 20 mila persone che attualmente si trovano nei loro Paesi di origine e hanno già chiesto asilo attraverso l’Alto commissariato per i rifugiati. L’Italia ne assisterà 1.989. Linea dura viene invece annunciata contro gli irregolari che nel 2014 sono stati ben 283.532. “L’accordo prevede il rimpatrio – scrive il Corriere della Sera – ma si tratta di una procedura difficile da realizzare viste anche le resistenze degli Stati da cui partono e dunque il rischio è che la maggior parte rimanga in Europa e venga reimpiegato nelle attività criminali”.

I CENTRI E IL RUOLO DEL VIMINALE

Condizione per la realizzazione dell’Agenda è l’identificazione certa dei migranti e la registrazione attraverso le impronte digitali. Scrive Sarzanini del Corsera: “Dopo aver ottenuto la garanzia che i funzionari di Frontex, Easo ed Europol avranno una funzione di cooperazione, si pianifica l’apertura delle strutture che dovranno essere operative entro la fine di giugno, quando il Consiglio dei capi di Stato e di governo dovrà trasformare l’Agenda in legge. L’elenco sottoposto al ministro Angelino Alfano dal Dipartimento Immigrazione guidato dal prefetto Mario Morcone comprende Taranto, Augusta, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampedusa e San Giuliano oltre a due caserme che si trovano a Civitavecchia e Messina. Sarà il titolare del Viminale a decidere quali siano i luoghi più adeguati tenendo conto che l’ipotesi è di non avere una capienza superiore a 400 persone per ogni struttura proprio per poter garantire la rapidità delle procedure”.

I SOLDI

Al momento sono stati stanziati 60 milioni di euro per le ricollocazioni e 50 milioni di euro per l’assistenza dei 20 mila profughi. “La prima cifra appare però inadeguata per gestire migliaia di persone sulla base delle nuove regole e anche di questo si discuterà nei prossimi giorni”, scrive il Corsera: “L’accordo raggiunto è comunque un risultato importante e inaspettato tanto che lo stesso Alfano parla di «assunzione di responsabilità dell’Europa e segnale di solidarietà concreta nei confronti dell’Italia»”.

CHE INTERVENTI?

Scrive oggi la Repubblica: “Ora l’Italia punta a mandare gli incursori nei porti libici per distruggere i barconi dei trafficanti di uomini. Da tempo il governo Renzi coltiva l’idea e adesso, dopo il via libera di Bruxelles al pacchetto sull’immigrazione, Roma intende accelerare sull’operazione”. Serve prima il via libera delle Nazioni Unite, ma a Palazzo Chigi e alla Farnesina c’è ottimismo sulla possibilità di avere una risoluzione del Consiglio di sicurezza entro la prossima settimana, al massimo una decina di giorni. Stato d’animo condiviso a Bruxelles e in altre capitali europee, aggiunge il quotidiano diretto da Ezio Mauro: “Sembra comunque probabile che si faccia riferimento alla Marina per le sue navi anfibie della classe San Giusto (San Giusto, San Giorgio, San Marco) e per la portaerei Cavour che garantirebbe un appoggio dall’alto alle operazioni grazie agli Harrier. La Marina ha a disposizione anche le truppe speciali del Comsubin (incursori subacquei) e del San Marco che come capacità si affiancano ai Lagunari: i due corpi sono per l’Italia l’equivalente dei marines americani. Potrebbero essere adoperati anche altri corpi speciali dell’Esercito come gli incursori paracadutisti del Col Moschin. Sarà comunque indispensabile l’impegno dell’Aeronautica, prima di tutto per le ricognizioni (Tornado Ecr e Predator Mq-1) e se sarà necessario per la protezione dall’alto degli incursori”.

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