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Finmeccanica, Airbus e Dassault a caccia di un drone all’europea

Una firma per studiare un drone all’europea. Per questo le principali società aerospaziali europee (Airbus Defence and Space, Dassault Aviation e Finmeccanica), accolgono con soddisfazione l’accordo siglato da Francia, Germania e Italia per l’avvio dello studio di definizione di un nuovo velivolo europeo non pilotato.

LA FIRMA PER LO STUDIO

Secondo la Dichiarazione di Intenti (DoI) firmata oggi dalle tre nazioni, le società aerospaziali effettueranno uno studio, della durata di due anni, per la definizione di un drone di classe MALE (Medium Altitude/Long Endurance). A completamento di questa fase, sarà presa la decisione se avviare o meno lo sviluppo e l’acquisizione del sistema.

LE PAROLE DI MORETTI

Mauro Moretti, amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica, ha commentato: “Il sistema aereo non pilotato di classe MALE di nuova generazione rappresenta un cambio di passo decisivo per l’agenda della Difesa e della Sicurezza europea. Questa iniziativa costituisce un’opportunità unica per seguire un percorso tecnologico comune basato su consolidate leadership industriali che contribuiscono a un unico obiettivo”.

L’OPINIONE DI TRICARICO

Dice a Formiche.net Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica: “Attesa l’impossibilità di costruire un’identità europea calata dall’alto nei settori di difesa e sicurezza, bisogna costruirla passo dopo passo anche attraverso una maggiore integrazione industriale. In questo senso, il drone europeo può costituire una parte importante di questo percorso”. “Non c’è ancora una percezione chiara del ruolo che può avere un drone nell’interpretazione dei conflitti moderni – aggiunge Tricarico – ma ci sono sia l’utilità sia la tecnologia sufficienti per mettere a punto un sistema di grande performance. I tre governi vanno avanti con questa iniziativa e spero che all’Italia venga affidato un ruolo di primo piano”.

IL COMMENTO DEL CORRIERE

Ogni Paese contribuirà per adesso con 20 milioni, che in questo settore sono una cifra poco più che simbolica ma che permette almeno di dare il via al progetto, ha scritto negli scorsi giorni il Corriere della Sera: “Notevole l’assenza della Gran Bretagna, che del resto non compariva neppure nella prima lettera firmata due anni fa da Finmeccanica (Italia), Dassault (Francia) e Cassidian (oggi Airbus). I britannici considerano che Stati Uniti e Israele hanno ormai 10-15 anni di vantaggio tecnologico in questo settore, e preferiscono concentrarsi – in collaborazione con la Francia – sull’Ucav (drone da combattimento, ossia un cacciabombardiere senza pilota)”.

LE TAPPE

La dichiarazione odierna fa seguito alla presentazione da parte delle tre società aerospaziali, nel maggio 2014, di una proposta di studio per un UAS (Unmanned Aerial System) di classe MALE di nuova generazione che prevede una “Fase di Definizione” della durata di 24 mesi, seguita immediatamente da una “Fase di Pieno Sviluppo”. Ciò permetterà la consegna delle prime soluzioni all’inizio del prossimo decennio.

GLI OBIETTIVI

In considerazione della crescente dipendenza dei paesi del Vecchio Continente da equipaggiamenti e tecnologia di difesa non europei, le più importanti industrie aerospaziali europee avevano lanciato, nel giugno 2013, una richiesta ai Governi per il sostegno allo sviluppo di capacità fondamentali in grado di assicurare la sovranità dell’Europa nella definizione, sviluppo e produzione di velivoli militari futuri.

LE FASI

Una fase di definizione è incentrata sull’esame di tutte le possibili configurazioni adatte a soddisfare i requisiti del cliente, si nel comunicato delle tre società. Si tratta della prima fase dello sviluppo del sistema e serve a ridurre al minimo il rischio finanziario e tecnologico – grazie ad un processo di ”trade-off” – prima del successivo lancio del programma di sviluppo su vasta scala. Tale fase affronta questioni chiave per i clienti come competitività, sovranità, potenziale di crescita, conformità a requisiti comuni o certificazione. Normalmente una fase di definizione coinvolge i Paesi clienti, le loro Forze Armate, le agenzie di procurement e le industrie.

LA PROSPETTIVA

Il Progetto MALE 2020 – è scritto nel comunicato congiunto Finmeccanica, Airbus e Dassault – “prevede lo sviluppo di un sistema aereo non pilotato europeo per missioni di lunga durata e persistenza e in grado di volare a medie quote (MALE)”. Oltre a rappresentare una risposta ai requisiti delle Forze Armate europee, “il progetto tiene conto della necessità di adattarsi alle esigenze dei bilanci nazionali ottimizzando le attività grazie alla condivisione di gruppi di ricerca e del finanziamento allo sviluppo”.

LA SITUAZIONE

Attualmente l’Aeronautica militare italiana dispone di 10 droni, i Predator (erano 12 ma 2 sono caduti). Il Predator B Reaper può portare 2 bombe direzionali e fino a 14 missili Hellfire, ma gli Usa non hanno concesso all’Italia la tecnologia per armarli. Esiste poi un altro velivolo della Piaggio denominato P1 HH (hammer-head), con apertura alare molto più ampia rispetto ai droni di costruzione americana, con capacità di rimanere in volo 16 ore a un’altezza di 45 mila piedi, che è stato già ordinato dall’aereonautica italiana e interessa agli Emirati arabi.

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