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Regionali, quel pasticciaccio campano di De Luca e Renzi

Che era un pasticcio e che avrebbe complicato le cose l’avevo scritto.

Mi occupai del “caso De Luca”, il candidato Pd alla presidenza della Campania e scrissi che “il candidato De Luca ha vinto le primarie ma a norma della ‘legge Severino’ è candidabile ma non eleggibile” E aggiunsi: “De Luca ha ragione nel dire che il suo caso (cioè una condanna per abuso d’ufficio che riguarda questioni formali e non sostanziali) è ingiusto. Eppure, il presidente del Consiglio Renzi ha ribadito con forza che la legge Severino non si tocca”.

Ora, come sappiamo, domenica prossima si vota e De Luca è il candidato del Pd e del segretario-premier Matteo Renzi che è andato da Riga (Lettonia) a Salerno pur di sostenerlo in campagna elettorale. E torno a chiedere quel che domandai quasi tre mesi fa: perché il Pd ha candidato alle primarie De Luca sapendo che è ineleggibile?… La destra, da parte sua, disporrà di un fortissimo argomento in campagna elettorale: il candidato del PD è ineleggibile. Inoltre, se De Luca dovesse risultare eletto e vincere la battaglia per la presidenza della Regione, quali saranno le conseguenze nelle istituzioni? O esse sono soltanto strumenti per regolare i conti di una lotta interna di partito”?

Alla vigilia del voto è arrivato un pronunciamento della Cassazione che affida al giudice ordinario la competenza di giudicare su eventuali ricorsi contro l’applicazione della legge Severino che pone De Luca nella condizione di non poter assumere la presidenza. De Luca confidava sul Tar ma la Cassazione ha detto di no. Il pasticcio in cui si sono cacciati De Luca e il Pd è clamoroso. Se pur eletto, la Campania dovrebbe attendere la fine del percorso giudiziario (appelli compresi) prima di poter vedere un presidente all’opera.

Com’è possibile, ci si chiede, che un partito molto importante non abbia avuto accortezza e forza politica per capire che si sarebbe arrivati a ferire le istituzioni? Io penso che la vicenda campana possa leggersi in un’ottica più generale. Penso che non sia sufficiente stare al governo e ritenere che da quella postazione si possa decidere e governare su tutto. E senza disporre di un partito che sia nelle condizioni di compiere le scelte più giuste senza subordinarle alla potenza di personaggi locali e di notabili. Vedo che il Pd non è affatto in grado di tirare le conseguenze di questo triste andazzo.

(post pubblicato da Emanuele Macaluso su Facebook)

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