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Che cosa penso delle sortite di Bindi e De Luca

Esponenti comunisti e democristiani della sinistra di base, nel 1992, non voglio dire se per caso o per volontà, si ritrovarono insieme a combattere ferocemente una battaglia sulla più volte sbandierata questione morale, di berlingueriana memoria, contro colleghi, di partito e non. Il pensiero e l’azione di tanti: giornalisti, opinionisti, intellettuali, sindacalisti, sostenevano le inaudite aggressioni quotidiane.

Appena ci furono i primi arresti nel 1992 non si udiva altro che: “Addosso all’untore, addosso all’untore!”. Il ricordo è nitido di una Rosi Bindi, di una Rosetta Iervolino, vergini vestali della legalità, della moralità che accompagnate da una moltitudine inverosimile di corifei, accentuavano il loro disappunto giorno dopo giorno.

Non a caso, dopo pochi mesi, molti esponenti del governo di allora in presenza di un semplice avviso di garanzia per finanziamento illecito ai partiti furono fatti dimettere. Il governo pentapartito (DC-PSI-PSDI-PRI-PLI) si sbriciolò, il Parlamento definito vergognosamente da certa stampa “parlamento degli inquisiti” fu preso di mira da giornali e tv.

Ex comunisti ed ex dc di sinistra permisero questo ignobile misfatto, nel senso letterale del termine. Il sistema dell’informazione batteva il ferro e la grancassa, aizzando la gente contro gli esponenti dei partiti di maggioranza di allora, e soffrirono in tantissimi. Fu montata una scientifica operazione di linciaggio morale nei confronti di gente onesta che aveva commesso una sola colpa: fare politica per avvertita passione e vocazione.

Oggi al cospetto del voto regionale di domenica prossima, pur in presenza di gravi ipotesi di reato di diversi candidati si fanno mille distinguo, mille disquisizioni, si cerca di spaccare il capello in quattro, per minimizzare le ipotesi di reato di alcuni. E’ una vergogna.

Per non dire della regione Campania dove è candidato un signore, che nel 1992 era un trinariciuto comunista poi pidiessino, che mai fece sentire la sua voce garantista contro quel misfatto ignobile degli arresti quotidiani di uomini innocenti. E oggi si autoassolve, ritenendo che la legge è prerogativa sua, del PD e di Renzi.

L’etica e il rispetto della legge in politica per caso sono una fisarmonica che si apre e si chiude secondo chi è al governo? Voglio qualche spiegazione, qualche chiarimento, desidero averli dai giornalisti che fanno da cassa di risonanza al potere odierno. I giornalisti spieghino che significa etica in politica oggi. Tanto per orientarsi. E’ vero che la politica è in profonda decadenza ma chi la descrive e la racconta non sta meglio.

PS

Rosi Bindi perché non ha convocato subito dopo la presentazione delle liste la “commissione antimafia” per comunicare chi sono gli indagati e ha atteso la fine della campagna elettorale? E poi su queste vicende molto delicate che riguardano persone non si adottano criteri da “tribunali del popolo”.

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