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Botte da orbi in Vaticano tra Peter Saunders e il cardinale Pell

E’ uno scontro duro, quello che sta opponendo Peter Saunders a George Pell. Il primo è membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori, l’organismo istituito da Francesco nel marzo dell’anno scorso e coordinato dal cardinale Sean O’Malley; il secondo è cardinale e prefetto della Segreteria per l’Economia. Domenica scorsa, intervistato dalla celebre trasmissione della Cbs, 60 Minutes, Saunders ha accusato il porporato di aver agito “con durezza e freddezza”, in “modo quasi sociopatico” e di aver “denigrato le persone”. Ecco perché, “considerata la posizione di George Pell come cardinale della Chiesa” e dato l’incarico che ricopre “di enorme autorità in Vaticano, penso che rappresenti una grande spina nel fianco del papato di Francesco se gli si permette di rimanere”. Quel che andrebbe fatto, ha aggiunto Saunders, è “metterlo da parte, rimandarlo in Australia e prendere contro di lui misure forti”. A prenderle, tali misure, dovrebbe essere – ha aggiunto il membro della commissione pontificia – il Papa.

LA REAZIONE DEL CARDINALE AUSTRALIANO

Pell non ci ha pensato due volte a prendere carta e penna e a rispondere alle accuse di Saunders. “Le accuse false e devianti fatte contro Sua Eminenza sono offensive. Dalle sue prime azioni come arcivescovo, il cardinale Pell ha assunto una posizione forte contro gli abusi sessuali ed ha messo in moto processi per permettere alle denunce di essere portate avanti e investigate in modo indipendente”, si legge in una nota diffusa domenica. Quanto a Saunders, aggiunge l’ex arcivescovo di Sydney, “sembra essersi formato la sua forte opinione senza aver mai parlato con Sua Eminenza. Alla luce di tutto il materiale disponibile, comprese le evidenze fornite dal cardinale sotto giuramento, non ci sono scuse per trasmettere in televisione materiale scorretto e pregiudiziale. In queste circostanze, al cardinale non rimane alcuna alternativa che consultare i suoi consulenti legali”.

IL CASO DEL PRETE PEDOFILO RIDSDALE

Le accuse di Peter Saunders si riferiscono a quanto si dibatte da tempo in Australia relativamente alla condotta di padre Gerald Ridsdale, sacerdote pedofilo oggi scomunicato, responsabile di molteplici abusi sessuali su minori nel corso dei decenni. Secondo le tesi dell’accusa, proprio Pell avrebbe ignorato le denunce nei confronti di Ridsdale, limitandosi a trasferirlo di parrocchia in parrocchia. Il cardinale oggi prefetto della Segreteria per l’Economia avrebbe anche – sempre stando all’accusa – cercato di pagare una vittima per evitare che scoppiasse lo scandalo. Pell si era difeso la scorsa settimana, commentando le udienze della Commissione che in Australia indaga sugli abusi sessuali sui minori: “Ci sono state diverse lamentele circa la mia responsabilità in questi anni. Molte questioni sono già state affrontate durante l’inchiesta parlamentare dello stato di Victoria nel 2013”. A ogni modo, precisava il cardinale, “voglio rendere chiaro che intendo deporre, se la Commissione lo richiederà, sia in forma scritta, sia in videoconferenza, sia presenziando di persona”.

IL COMMENTO DEL PORTAVOCE VATICANO

Ma il caso è ormai scoppiato, e padre Federico Lombardi ha chiarito che “quanto è stato dichiarato dal signor Saunders è a titolo del tutto personale e non a nome della Commissione, che non ha il compito di investigare e pronunciare giudizi specifici sui singoli casi”. Il direttore della sala stampa vaticana ha anche sottolineato come Pell abbia sempre risposto “attentamente e in modo argomentato” a quanto gli veniva domandato dalle autorità australiane. Inoltre, ha aggiunto, “la posizione” del porporato “deve essere considerata attendibile e meritevole di rispetto e di attenzione”.

LE RECENTI ESTERNAZIONI DI PETER SAUNDERS

Peter Saunders non è nuovo a uscite del genere. Lo scorso 8 febbraio aveva criticato perfino il Papa, che in udienza generale aveva sdoganato la sculacciata ai figli da parte dei genitori. Non l’avesse mai detto. Saunders aveva sottolineato che “i bambini non hanno bisogno di essere picchiati” e che “la violenza fisica non deve avere spazio nell’educazione moderna”. Nelle parole del Pontefice, aveva ravvisato il membro della commissione pontificia, si poteva intravedere “un apparente appoggio alle botte per i bambini”. Lo scorso aprile, poi, aveva contestato la nomina di un vescovo cileno (Juan Barros) alla diocesi di Osorno, sospettato d’aver coperto abusi su minori praticati da padre Fernando Karadima, condannato anche dalla congregazione per la Dottrina della fede. “Sono seriamente preoccupato per questo problema. Potrei andare a Roma a parlare con il Papa”, aveva detto. La risposta del Vaticano era stata chiara: l’iter di nomina è stato rigoroso e non è stato riscontrato alcun ostacolo alla designazione.

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