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Nessun sacramento per i divorziati risposati. La risposta del giurista Beckmann al cardinale Kasper

Ecco tradotta in Italia una ulteriore risposta e contestazione al cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, promotore nell’ambito del Sinodo straordinario sulla famiglia delle tesi più “ardite” in tema di morale familiare.

QUEL CAMMINO SINODALE COSI’ “ACCIDENTATO”

Anche se alla fine del Sinodo straordinario dell’ottobre 2014 Papa Francesco ha lanciato un forte richiamo ad evitare quello che ha chiamato «tradizionalismo» (allusione ai lefevriani) ed il «buonismo distruttivo» proprio dei «falsi misericordiosi» (allusione ai modernisti e quindi a Kasper), il cammino verso il Sinodo generale del 2015 (4-25 ottobre) si mostra ancora “accidentato”.

Rainer Beckmann è un giurista tedesco, divorziato con rito civile ma non risposato. Vive quindi secondo l’insegnamento della Chiesa cattolica in materia di indissolubilità del matrimonio. Dalla sua analisi del volume del Card. Kasper, Il Vangelo della famiglia (2014), Beckmann trae la conclusione che quel testo è privo di sostanza argomentativa. Nel suo libro appena tradotto in Italia, con una Presentazione del Card. Paul Josef Cordes, Il Vangelo della fedeltà coniugale. Risposta al Card. Kasper. Una testimonianza (Edizioni Solfanelli, Chieti 2015, pp. 128, €10), afferma infatti: «Il Card. Kasper non dice neanche una parola che spieghi per quale motivo i divorziati risposati dovrebbero poter ricevere il Sacramento della Penitenza, benché manchino di convertirsi. Pur mentre ribadisce l’indissolubilità del matrimonio, il Cardinale vorrebbe che, in pratica, ai divorziati risposati fosse accordato esattamente lo stesso trattamento riservato ai coniugi rimasti fedeli. Le due cose sono incompatibili. L’argomentazione del Cardinale contiene in sé una profonda contraddizione».  Beckmann boccia quindi nel modo più assoluto la proposta sinodale del cardinale-teologo 82enne sul riaccostamento alla comunione di chi si risposa civilmente: «Non spiega nulla e incoraggia il relativismo», aggiunge il giurista tedesco nel suo saggio, del quale alcuni brani sono ripresi sul quotidiano “Il Foglio” del 3 giugno.

IL VANGELO DELLA FEDELTÀ CONIUGALE

Secondo Beckmann, insomma, è proprio il “Vangelo sulla famiglia” ad impedire che si possano concedere i sacramenti ai “divorziati risposati”. Cattolico classe 1961, sposato con quattro figli, il giurista tedesco vede improvvisamente finire il suo matrimonio perché la moglie lo lascia per sposare un altro. E’ stato Procuratore in Germania ed ora è giudice, facendo parte di diverse commissioni per questioni bioetiche e giuridiche. Attualmente è anche professore di bioetica in diverse prestigiose università tedesche. Nel suo libro Beckmann parte dalla osservazione dei fatti, «Dalla mancanza di formazione sul matrimonio cristiano e dalla necessità di una nuova evangelizzazione per obiettare che in tal caso il “sensus fidei” dei fedeli che ignorano la fede potrebbe essere una guida assai fallace» (Angela Ambrogetti, Sinodo, quando la fedeltà coniugale è un Vangelo, in Aci stampa,  3 giugno 2015).

Al centro della sua riflessione e della sua scelta personale di vita c’è quindi la fedeltà al vincolo sacramentale che, scrive, «rispecchia la fedeltà e l’amore di Dio per il Suo Popolo». E’, quindi, per lui e per tante centinaia di migliaia di sposi che rimangono uniti, la buona novella dell’amore divino che ispira e dona Speranza. Una fondamentale esperienza umana, quella di Beckmann, che merita di essere letta per ogni coppia che sia aperta alla comunione e al dono dei figli. La comunità familiare, infatti, secondo l’autentico magistero della Chiesa, si radica solo nel matrimonio indissolubile, in grado di trasformare i cuori e indirizzare le volontà secondo la legge naturale e divina, manifestata da Dio in Gesù Cristo.

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