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Maria Elena Boschi non ha sedotto la sua Arezzo

Per il Pd vanno male i ballottaggi nelle elezioni amministrative. Perde a Venezia con Felice Casson. E’ questa sicuramente la sconfitta più importante, anche per il profilo, la storia personale dell’ex pm. Ma le batoste più significative sono avvenute in Toscana: a Viareggio, a Pietrasanta; e soprattutto ad Arezzo, la città di Maria Elena Boschi, la quale si rivela così un bel fiore reciso e privo di radici nel territorio. Può pretendere di strattonare a piacimento la Costituzione una che non è in grado nemmeno di far eleggere il sindaco della sua città?

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Non sono mai riuscito, in Puglia, a farmi chiamare Cazzola e non Cazzolla. Si vede che per gli abitanti di quella generosa terra non si devono risparmiare le lettere ‘’l’’ nei cognomi. Così, mi sono convinto che il cognome di Antonio Azzollini sia il frutto, nel tempo, di un errore di trascrizione di un ufficiale di stato civile che non poteva concepire l’esistenza di un cognome con una sola ‘’l’’.  Comunque sia, il senatore dell’Ncd ed autorevole presidente della Commissione Bilancio è finito tra i protagonisti dell’ennesimo ‘’romanzo criminale’’ a cui ci hanno abituati le Procure (quella di Trani, tra l’altro, sta indagando persino sulla congiura internazionale ai danni del Governo Berlusconi). In più c’è una richiesta di arresto che sta mettendo nei guai la maggioranza. Siamo pronti a scommettere che il caso Azzollini sarà un’ulteriore occasione di ‘’calata di braghe’’ da parte del Nuovo Centro Destra, dopo quelle altrettanto clamorose che hanno riguardato Nunzia De Girolamo e Maurizio Lupi. Speriamo che, al momento dell’arresto, il secondino non si sbagli nel registrare il cognome del senatore e lasci correttamente le ‘’l’’ al loro posto.

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Il Corriere della sera, a firma di una dei più illustri commentatori, ha dedicato un’intera pagina al dr. Mauro Sentinelli, ex direttore generale di Tim, ora pensionato da 91mila euro lordi mensili (ne paga circa 15mila  di contributo di solidarietà), in testa alla classifica dei pensionati d’oro. Il confronto viene fatto con i contributi versati (anche se la legge in vigore prevedeva di assumere a riferimento non questo parametro, ma quello riferito alla retribuzione media degli ultimi anni di lavoro). E’ evidente che l’articolo si avvale di dati ‘’sensibili’’ che il giornalista può aver avuto soltanto da chi era tenuto istituzionalmente alla riservatezza. Sentinelli non viene definito un ladro, ma uno ‘’scassinatore dei conti pubblici’’. E così viene esibito con tanto di foto al ludibrio plebeo e alla gogna mediatica. In altri tempi questo era il modo per segnalare, magari inconsapevolmente, un uomo-simbolo al terrorismo. Auguriamoci che l’ex direttore non corra dei rischi più gravi di quelli di essere preso di mira con lazzi e frizzi  e magari insultato dai passanti quando porta a spasso il cane sottocasa.

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