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Chi ha vaneggiato sulla manifestazione No Gender

‘’La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio’’.  Così recita l’art. 29 comma 1 della Legge Fondamentale. Le norme, anche se di rango costituzionale, non sono state consegnate da Dio a Mosè sul Monte Sinai. La loro interpretazione evolve nel tempo e possono essere cambiate, seguendo i percorsi legislativi previsti. Ma alcune decine di milioni di cittadini italiani avranno pure il diritto di difendere l’art. 29 così come è stato formulato dai Padri Costituenti e di ritenere che, quando la legge parla di ‘’società naturale’’ si riferisca all’unione tra un uomo e una donna?  E di questi nostri concittadini alcune centinaia di migliaia avranno pure il diritto di scendere in piazza, pacificamente, un sabato pomeriggio, per sostenere le loro convinzioni? E allora perché (e a che titolo) Ivan Scalfarotto si permette di bollare quella manifestazione come ‘’inaccettabile’’?

(LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA SAN GIOVANNI A ROMA)

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Non importa scomodare la storia per denunciare gli abusi, le sofferenze, le discriminazioni, il carcere, persino gli stermini di massa, subiti dagli omosessuali. Ciascuno di noi potrebbe ricordare tanti episodi della vita in comunità (a scuola, durante il servizio militare, tra amici, sul lavoro) in cui era sufficiente una diceria, un atto di bullismo per rovinare la vita ad una persona, per isolarlo dal contesto e per prendersi il diritto di sfotterlo. Bastava dire, se si trattava di un maschio, che era ‘’effeminato’’, quando, magari, era solo beneducato. Onore dunque ai programmi che attrezzano le comunità ad accettare le differenze, a non discriminare nessuno e ad avere rispetto delle attitudini di tutti. Bene le sanzioni contro il bullismo e l’omofobia. Ma guai ad imporre una sorta di ‘’pensiero unico’’, fino a definire ‘’omofoba’’ una manifestazione convocata pur sempre in difesa della Costituzione.

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Un insegnante ha il dovere di educare i suoi allievi alla tolleranza e al rispetto reciproco. Ma può spingersi fino ad inculcare a Pierino l’idea che amare Luisa o Luigi è la medesima cosa?

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In un’altra vita ho conosciuto importanti leader sindacali. Se dovessi paragonarli a dei Pontefici,  Luciano Lama mi ricorderebbe un Papa carismatico come Giovanni Paolo II; Bruno Trentin un grande intellettuale come Benedetto XVI. E Papa Francesco ? Non c’è alcun dubbio. Il paragone calzante è quello con Antonio Pizzinato.

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