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Che fine ha fatto la sentenza della Cassazione sulla DC?

La Suprema Corte di Cassazione a sezioni riunite il 23.12.2009, con sentenza n.25999, aveva deliberato che :“ la DC non è mai stata giuridicamente sciolta”.

Nel 2011 partimmo da quel definitivo pronunciamento insieme all’amico Silvio Lega e ad altri “DC non pentiti”, per raccogliere le firme dei vecchi consiglieri nazionali DC eletti dall’ultimo XVIII°congresso nazionale della DC del 1989, per l’autoconvocazione dello stesso Consiglio nazionale, dopo che l’ultima presidente di quell’organismo, Rosa Russo Jervolino, nel frattempo passata nei DS, si era resa irreperibile e indisponibile.

Nel Marzo 2012, raggiunta e superata la soglia del terzo degli aventi diritto richiesta dallo Statuto DC per la convocazione del CN, ci riunimmo a Roma e decidemmo di eleggere Gianni Fontana alla segreteria nazionale e Silvio Lega alla presidenza del CN con il compito di convocare il XIX Congresso nazionale.

Lanciammo un pubblico appello ai soci storici della DC chiedendo loro di rinnovare l’iscrizione al partito con l’obiettivo di dare pratica attuazione alla sentenza della Cassazione.
Risposero in 1742 persone da tutte le Regioni italiane con le quali nel Novembre 2012 celebrammo il XIX Congresso nazionale della DC, che elesse il nuovo Consiglio nazionale e riconfermò alla segreteria nazionale Gianni Fontana.

Unica motivazione che ci animava era la volontà di ricostruire la storia di un’ esperienza politico culturale unica e irripetibile, e di offrire al Paese un contributo alla verità storica sul partito di De Gasperi, Fanfani e Moro.

Non eravamo indifferenti a ciò che era accaduto tra il 1992 -1994 sulle macerie della fine politica della DC e uno studio di una delle più importanti agenzie immobiliari italiane ci aveva informati che i beni immobili appartenuti al partito, miseramente e delittuosamente gestiti da alcuni indegni suoi eredi, superavano il migliaio di miliardi delle vecchie lire.

Naturalmente, com’era facile prevedere e di cui si era già avuto contezza nelle fasi preparatorie del XIX Congresso, ultimati i lavoro congressuali, i soliti “disinteressati” fecero ricorso al Tribunale di Roma che si pronunziò, annullando di fatto i risultati di quell’assise e rimettendo tutto in discussione, fermo restando e inoppugnabile quanto indicato dalla sentenza della Cassazione del 2009.

Seguirono, come sempre accade e non solo tra i democristiani, diverse difficoltà nel reagire alla nuova situazione: ritorni nelle vecchie e confortevoli nicchie di appartenenza, tentativi di dar vita a nuove forma associative più o meno credibili e consistenti, sempre spinti dalla volontà di non disperdere l’esperienza politica dei democratici cristiani. E, intanto, la politica italiana andava avanti sino alla condizione di stallo e di assoluta poca credibilità dei nostri giorni.

Tra i più zelanti e ostinatamente impegnati a dar seguito alla sentenza della suprema corte, il prof Nino Luciani, ordinario all’università di Bologna e il dr Alberto Alessi, figlio di quel grande padre, Giuseppe, che fu iscritto giovanissimo nel PPI di Sturzo e uno dei fondatori proprio nel suo studio di avvocato, nel dicembre 1943, della DC siciliana.

Promotore della prima raccolta di firme nel 2011, da vecchio DC non pentito, non potevo che appoggiare l’ultimo tentativo che, su suggerimento di alcuni giureconsulti bolognesi è avviato, di raccolta delle firme dei soci che avevano confermato l’adesione al partito nel 2012, per chiedere a norma del Codice civile la convocazione da parte del Tribunale di Roma dell’assemblea dei soci DC con l’obiettivo di decidere sul destino futuro del partito mai giuridicamente sciolto.

E’ stata così convocata una riunione a Bologna il prossimo 4 Luglio p.v. nella quale decideremo se e come procedere, non già con lo sguardo rivolto all’indietro, ma con il desiderio di concorrere da democratici cristiani alla costruzione del nuovo soggetto politico alternativo al socialismo trasformista renziano e ai populismi estremi.

Ettore Bonalberti
www.alefpopolaritaliani.eu
www.insiemeweb.net
www.don-chisciotte.net

Venezia, 23 Giugno 2015

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