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A che punto è il dossier Medjugorje (in vista del verdetto di Papa Francesco)

A rivitalizzare l’interesse per Medjugorje è stato, di ritorno dal viaggio lampo a Sarajevo, lo scorso 6 giugno, direttamente il Papa. Interpellato da un giornalista in merito al verdetto sulla veridicità delle presunte apparizioni della Vergine ai veggenti, Francesco aveva risposto che sul tema “Benedetto XVI, a suo tempo, aveva fatto una commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini. C’erano anche altri cardinali, teologi e specialisti. Hanno fatto lo studio e il cardinale Ruini è venuto da me e mi ha consegnato lo studio, dopo tanti anni, non so, tre-quattro anni più o meno. Hanno fatto un bel lavoro, un bel lavoro”. In effetti, conversando con il Foglio, Ruini ha confermato che “la proposta, o meglio la relazione” è stata “consegnata alla congregazione per la Dottrina della fede. Pochi giorni dopo, io – ha aggiunto l’ex presidente della Cei – ho portato la stessa relazione al Pontefice a nome della commissione”.

“INDISCREZIONI GRATUITE IN MERITO ALLE DECISIONI”

Quanto ai rumors che circolano, soprattutto online, il porporato era stato chiaro: “Sono indiscrezioni gratuite. La commissione ha terminato i lavori nel gennaio dell’anno scorso, parecchio tempo fa. La plenaria della congregazione per la Dottrina della fede, che non si è ancora riunita, farà la sua valutazione, che penso verrà sottoposta al Santo Padre. Le notizie che escono ora sono soltanto supposizioni. Nessuno di noi della commissione può dire alcunché, perché il tutto è sub secreto pontificio. Il Papa ha detto che per ora si danno solo orientamenti ai vescovi, ma nel quadro delle linee che si prenderanno. Quali saranno, lo vedremo”.

IL DOSSIER NELLE MANI DI MUELLER

Il Pontefice, sempre rispondendo alla domanda a bordo dell’aereo che lo trasportava in Italia da Sarejevo, aveva detto che – secondo quanto gli era stato anticipato dal cardinale Müller – si sarebbe tenuta una “feria quarta in questi tempi; credo sia stata fatta l’ultimo mercoledì del mese. Ma non ne sono sicuro”. E a ogni modo – aggiungeva Francesco – “siamo lì lì per prendere delle decisioni. Poi si diranno. Per il momento si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescovi, ma sulle linee che si prenderanno”.

IL PAPA NON HA PARLATO DI DATE CERTE

Il Papa, dunque, non ha mai detto che la riunione decisiva – tantomeno la plenaria – si sarebbe tenuta l’ultimo mercoledì di giugno. Anzi, dopo aver in un primo momento (parlando a braccio) ipotizzato che fosse già stata fatta a fine maggio, ammetteva comunque di non esserne sicuro. A ogni modo, precisava che “per il momento si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescovi”. Che i tempi non fossero brevi – tantomeno imminenti – per il verdetto definitivo lo si capiva anche dalle successive parole del portavoce Federico Lombardi, rapido nel far sapere che la feria quarta non s’era ancora tenuta e che comunque la pubblicazione della decisione non era questione di giorni.

PARTITO IL COUNT-DOWN

Eppure, nell’ultima settimana si è assistito quasi al count-down sulla ipotetica scelta del Papa, con tanto di descrizione sui giornali (e su qualche sito internet) di riunioni plenarie in cui – mercoledì scorso – il cardinale Müller avrebbe demolito ogni tesi a sostegno della veridicità delle apparizioni, sottolineando altresì come nella relazione della commissione firmata da Ruini i veggenti sarebbero accusati di lucrare sui fenomeni che vanno avanti da oltre trent’anni nella cittadina bosniaca. Eppure, come ha rilevato Andrea Tornielli su Vatican Insider, la feria quarta non si è ancora svolta. Non solo, ma i suoi membri non hanno neppure ricevuto la documentazione relativa al lavoro del gruppo guidato da Ruini.

A DECIDERE SARA’ SOLO IL PONTEFICE

Nessun rallentamento, visto che – appunto – il Papa mai ha fornito date certe.  Va inoltre sottolineato che non sarà la congregazione per la Dottrina della fede a decidere sulla materia (delicatissima, come si può constatare da chi su diversi organi di stampa mette quasi in guardia il Papa sul rischio di scismi), bensì il Pontefice. Liberissimo, naturalmente, di tener conto o meno dei consigli e delle varie relazioni che gli saranno presentate.

LE IPOTESI SUL VERDETTO

Su quale sarà il verdetto, le supposizioni sono molteplici. C’è un settore anche interno al collegio cardinalizio – guidato dall’arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn – favorevole al riconoscimento delle apparizioni, ma pare che le voci perplesse (per non dire contrarie) siano la maggioranza. In ogni caso, è pressoché unanime la constatazione che i frutti dati dal “fenomeno” (notevole è il numero delle conversioni) non possono essere ignorati. Controversa è anche la possibilità di trasformare la chiesa parrocchiale di Medjugorje in un santuario, sottraendola così agli scontri – non indolori – tra i francescani locali che fin dagli anni Ottanta rivendicano un ruolo di “guida” in relazione ai fenomeni e l’episcopato bosniaco. E’ probabile, a ogni modo, che la questione non sarà risolta: essendo le apparizioni ancora in corso, difficilmente potrà essere espresso un giudizio circa la soprannaturalità delle stesse.

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