Il quinto finalista in gara che si contenderà stasera il Premio Strega 2015 è Marco Santagata con Come donna innamorata, edito da Guanda con 119 voti.
Presentato da Salvatore Silvano Nigro e Gabriele Pedullà, il romanzo di Santagata ripercorre l’amore di Dante nei confronti della sua musa ispiratrice Beatrice. Ma ella ormai è morta e il dubbio del sommo poeta è proprio quello di come continuare a scrivere. La vita di Dante Alighieri diventa, grazie a Santagata, storico e critico della letteratura italiana, un romanzo nel quale si possono intravedere le emozioni del poeta, con un tratto che riesce a delinearne le caratteristiche più intime. La figura che ne esce, al 750esimo anniversario dalla sua nascita, è di un uomo con laceranti fragilità che ricorda gli uomini di oggi. Un poeta che attraversa i suoi tormenti interiori in un Medioevo, siamo tra il 1290 e il 1314, che ha in sé atmosfere vicine agli anni che viviamo.
Lo smarrimento, l’ambiguità di alcune scelte, l’amore, il successo e la politica fiorentina, tra biografia e immaginazione, l’avventura che Santagata regala nel suo libro è l’avvicinarsi del lettore alla creazione dell’opera del sommo poeta. Il suo percorso creativo viene elaborato grazie alle vicissitudini sia emozionali sia di vita vissuta.
L’autore, che è anche curatore delle opere di Dante nei Meridiani Mondadori, ha dato un titolo particolare al suo libro, appunto Come donna innamorata, che è un verso del Purgatorio, XXIX canto. La donna menzionata è Matelda, l’ancella che porterà Dante dalla sua musa Beatrice. Un romanzo quindi, come sostiene Cesare De Michelis nella sua rubrica Fiori di carta di Formiche di aprile, che “rivisita le fondamentali relazioni affettive del poeta per aprirsi, grazie all’invenzione narrativa, un’inedita strada interpretativa di una personalità eccezionalmente complessa e straordinariamente attraente”.
