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Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind. Chi sale (e chi scende) secondo l’Agcom di Cardani

Banda larga, rete fissa e mobile. Lo stato delle telecomunicazioni in Italia è stato illustrato oggi dal presidente dell’Autorità garante nelle comunicazioni (Agcom) Angelo Marcello Cardani a Montecitorio nella sua relazione annuale al Parlamento.

I NUMERI DELLE COMUNICAZIONI

Secondo i numeri presentati dall’Autorità, nel 2014 il macrosettore delle comunicazioni in Italia ha registrato in totale un valore di 52,4 miliardi di euro, il 5,9% in meno (3,278 miliardi) rispetto al 2013, quando già era calato del 6,6%. Il 61% del fatturato arriva dalle telecomunicazioni (32,033 mld, -7,7% sul 2013), il 27% dai media (14,331 mld, -3,2%) e il 12% dai servizi postali (6,039 mld, -2,3%).

I RITARDI DELLA BANDA LARGA

Nelle parole di Cardani tornano i dati preoccupanti sul ritardo del nostro Paese nello sviluppo della banda ultralarga, nonostante lo stallo governativo e i ripetuti slittamenti, fino all’abbandono, dell’idea di un decreto per dare avvio alla strategia.

I dati pubblicati dall’Agcom mostrano un consistente ritardo dell’Italia rispetto ai principali paesi europei, sia sul piano quantitativo che qualitativo: “A fine 2014 il tasso di penetrazione dei servizi a banda larga in Italia risulta inferiore rispetto a quello presente in Germania, Francia e Regno Unito. Guardando invece alla qualità degli accessi in termini di velocità dei collegamenti, il ritardo del nostro Paese è da considerarsi anche maggiore”, si legge nella relazione annuale.

La diffusione sul territorio degli accessi broadband presenta valori, su base nazionale, pari rispettivamente al 23,65% della popolazione e al 55,7% delle famiglie, ed anche per il 2014 emerge il sostanziale ritardo del Meridione rispetto al Centro-Nord.

Ancora più critica la situazione se si considera il livello di penetrazione: “Solo il 4% delle famiglie utilizza connessioni superiori al 30 Mbps (contro il 26% dell’UE-28) e praticamente nulle sono le connessioni superiori ai 100 Mbps (9% nell’UE-20)”, ha detto il presidente dell’Agcom.

Secondo Cardani, “un ruolo decisamente importante nella direzione di colmare tale divario potrà essere svolto attraverso gli strumenti messi in campo dal governo in attuazione della strategia per la banda ultralarga, che prevede la destinazione di una quota significativa di incentivi e contributi finanziari alle aree bianche (percentuale di digital divide pari al 100%) del paese”.

LA CONTRAZIONE DELLE TELECOMUNICAZIONI

Tra i settori analizzati dall’Agcom, a subire la variazione negativa più pronunciata (circa l’8%) sono le telecomunicazioni. Il dato – si legge nella relazione – è legato sia al calo dei ricavi prodotti dai servizi di rete fissa, sia, in maniera più accentuata, da quelli generati dai servizi di rete mobile. i primi, nel 2014, inoltre sono tornati ad assumere un valore più elevato dei secondi.

I NUMERI DELLA RETE FISSA

Il 2014 ha visto ridurre il livello di concentrazione nel settore delle rete fissa. La quota di mercato di Telecom Italia si è attestata infatti al 58,8%, con una riduzione di 1,5 punti percentuali rispetto al 2013. Tutto a vantaggio degli altri operatori, in particolare Fastweb (+1,0%) e Bt Italia (+0,3%). La competizione degli operatori sembra essere più intensa nel segmento affari, mentre in quello dell’utenza residenziale appare essere maggiormente concentrato a causa del rilevante peso di Telecom Italia che è in possesso di una quota di mercato del 63%, anche se in calo, rispetto al 2013, di 0,7 punti percentuali.

Nel segmento affari, nonostante la posizione di leader con una quota del 54%, Telecom Italia ha visto ridurre la sua quota di 2,3 punti percentuali. Alcune imprese, come BT Italia, sono presenti solo nel segmento affari.

IL PESO DEGLI OPERATORI NEI SERVIZI BROADBAND

Guardando i ricavi nei servizi a banda larga Telecom Italia si attesta mediamente poco al di sopra del 40%, con una riduzione rispetto all’anno precedente, mentre Fastweb consolida la propria posizione di secondo operatore di rete fissa (+0,7%), con una quota di mercato pari a circa il 27% che, sommata alla quota di mercato di Wind, raggiunge quella di Telecom Italia. In leggero calo, invece, le performance di Vodafone (-0,5%), Tiscali (-0,3%) e Bt Italia (-0,3%).

 LE PERFORMANCE DEGLI OPERATORI NEL MOBILE

Nel 2014 Il settore dei servizi di comunicazione su rete mobile ha registrato una riduzione pari all’11% dei ricavi. Nel complesso dei servizi offerti su rete mobile il peso dei servizi dati continua però a crescere arrivando a rappresentare il 35% dei ricavi totali e il 75% dei ricavi dei servizi vocali a fine 2014.

Anche in questo settore il leader del mercato è Telecom Italia (32,9%), che ha registrato una leggera crescita (+0,4%). In aumento anche la quota di mercato di H3G (+0,9 punti percentuali rispetto al 2013) e, in misura minore, quella di Wind (+ 0,1%). Secondo i dati presentati oggi da Cardani, risulta invece rilevante la perdita di Vodafone (-2,2%).

Guardando alle categorie di utenza, nel segmento residenziale la riduzione della quota di mercato più marcata interessa Vodafone (32,7%), mentre gli incrementi maggiori interessano le imprese più piccole: Wind + 0,2%, H3g +1,2%.

Nel segmento affari, invece, i principali concorrenti dell’operatore leader perdono quote di mercato principalmente a favore di Telecom Italia (+2%) la cui quota raggiunge il 50%.

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