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Perché Gender e Buona Scuola non andranno a braccetto

Parere favorevole da parte del Governo a un ordine del giorno al disegno di legge Buona scuola che chiude di fatto alla teoria del gender nelle scuole.
L’odg, approvato mercoledì scorso, è stato condiviso trasversalmente e porta la firma dei deputati Alessandro Pagano (Area popolare), Eugenia Roccella (Area Popolare), Pietro Laffranco (Forza Italia) e Nuccio Altieri (Conservatori e Riformisti).

IL TESTO DELL’ODG

L’odg, recita il testo, impegna il governo “in sede, di applicazione del comma 16 dell’articolo 1 del provvedimento in esame, a chiarire cosa effettivamente s’intenda per «approccio di genere nella pratica educativa e didattica», formulazione contenuta nel punto 5,2 del «Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere» del 7 maggio 2015, escludendo ogni interpretazione che apra alle cosiddette «teorie del gender»”.
E che “a prevedere che le disposizioni applicative del comma 16 dell’articolo 1 del provvedimento in esame e delle parti del suddetto Piano destinate alla scuola, siano adottate con il concorso di tutti gli attori del mondo scolastico, di esperti sociologi e psicologi di molteplice orientamento e delle diverse realtà sociali e religiose”.

LE PAROLE DI PAGANO

Per Alessandro Pagano (Area Popolare), uno dei deputati firmatari e promotore del comitato “Parlamentari per la Famiglia”, che hanno sostenuto il Family Day, si tratta di un “altro significativo e importante passo in avanti contro la teoria di gender a scuola”.
“Il Governo – ha aggiunto – ha dato parere favorevole a un odg con il quale non solo si ribadisce che a scuola non ci sarà spazio per alcuna interpretazione che possa aprire alla teoria gender, ma soprattutto viene stabilito che anche le disposizioni del tanto contestato Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere dovranno essere adottate con il concorso di tutti gli attori del mondo scolastico e sociale”.

IL TRAGUARDO RAGGIUNTO

Dopo la circolare del Miur, “sul consenso informato dei genitori per le attività extracurricolari – osserva ancora Pagano – adesso arriva un altro significativo traguardo frutto della manifestazione del popolo di piazza San Giovanni, delle mediazioni dei deputati e senatori di Area Popolare e delle pressioni dei ‘Parlamentari per la Famiglia’. Il Piano d’azione è richiamato dal comma 16 dell’art.1 del ddl Buona Scuola, attraverso la legge 119 del 2013, facendo riferimento all’inserimento ‘di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica’. Il coinvolgimento di tutti gli attori del mondo scolastico e sociale e quindi anche delle associazioni della famiglia è fondamentale per porre un argine a questa deriva”. Continueremo, conclude, “a vigilare per garantire il diritto dei genitori all’educazione dei propri figli. Allo stesso tempo va aperta una seria riflessione sulle funzioni dell’Unar, che al 90% ormai si occupa di gender, le cui attività tanto disagio e tante preoccupazioni hanno generato nelle famiglie italiane”.

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