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Tutti i piani della Nato per contrastare l’Isis

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Non c’è solo la crisi ucraina nei piani di sicurezza della Nato, che sta mettendo a punto un’azione di contrasto all’avanzata del sedicente Stato Islamico che vedrà in prima linea anche l’Italia. L’Alleanza atlantica e i suoi alleati inizieranno per questo, a partire da ottobre, la più grande esercitazione in oltre un decennio, dispiegando nella Penisola (a Trapani), in Spagna, Portogallo e nel Mar Mediterraneo oltre 36mila uomini impegnati in manovre che simulano attacchi dei drappi neri.

IL FRONTE SUD

L’iniziativa viene incontro alle richieste sempre più forti dell’Italia, da tempo impegnata nel richiedere che l’organizzazione guidata dal segretario generale Jens Stoltenberg (nella foto) non fosse assorbita totalmente dalla minaccia russa, ma che dedicasse parimenti attenzione alle conseguenze dell’instabilità libica e agli sconvolgimenti in Medio Oriente, dove è già in azione una coalizione internazionale a guida americana, partecipata anche da Stati regionali.

NON SOLO UCRAINA

Sentito da Reuters, il generale Hans-Lothar Domrose, comandante del centro Nato di Brunssum, in Olanda, che sta preparando l’esercitazione, ha spiegato che non si può “trascurare né le minacce provenienti da est né quelle da sud”. Perciò, ha sottolineato, “ci addestreremo per entrambe”.

ADDESTRAMENTI DURISSIMI

I comandanti della Nato fanno sapere che le esercitazioni saranno fra le più dure di sempre, basandosi su un complesso “scenario artificiale di minaccia” in cui i jihadisti attaccano via terra, aria e mare. Alle manovre prenderanno parte oltre 30 Paesi, compresi Stati che non aderiscono alla Nato, come Svezia e Austria, segno di come la crescita del Califfato venga ormai percepito un problema di sicurezza impossibile da sottovalutare.

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