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Ecco come l’Isis sfrutta la frontiera tra Siria e Turchia

Antonio Pampliega, José Manuel López e Ángel Sastre, tre giornalisti free lance spagnoli, sono stati sequestrati ad Aleppo, vicino alla frontiera tra Siria e Turchia. Il 20 luglio, 32 ragazzi sono morti in un attentato suicida nella città turca di Suruc, sempre vicino alla Siria.

ULTIMO ATTACCO A SURUC

A farsi esplodere è stata una 18enne mescolatasi tra la folla nel cortile del centro culturale di Amara, sfruttando il fatto che la maggior parte delle persone venissero da fuori città e non si conoscessero tra loro. Quello di Suruc è stato il primo vero attacco dello Stato islamico sul territorio turco.

ZONA A RISCHIO

L’episodio va annoverato tra le tante violenze in una zona sempre più a rischio e abbandonata. La frontiera tra Siria e Turchia è diventata un luogo di passaggio di militanti dell’Isis, ma anche di giornalisti, volontari e funzionari, nonché la base logistica di alcune milizie jihadiste.

TOLLERANZA ZERO

In un comunicato ufficiale, il Partito della democrazia dei popoli (Hdp) ha denunciato che “le attività dello Stato Islamico in Turchia e la tolleranza del governo turco dell’Akp hanno provocato la morte di molti civili” sul territorio di Ankara. Il partito ha ricordato gli attentati a Reyhanli nel 2013, il più grave nella storia della Turchia, e la bomba al comizio elettorale curdo a Diyarbakir a giugno scorso. In tempi recenti il governo turco ha sempre evitato di esprimere una posizione di netta condanna dell’estremismo islamico.

PRESSIONE DAGLI USA

La stampa turca ha pubblicato la notizia di un dossier dei servizi di intelligence nel quale si confermava l’arrivo di sei potenziali kamikaze in Turchia. Ciò ha portato a intensificare la sorveglianza e ad arresti di sospetti locali e stranieri. Nel rapporto è messa in evidenza la richiesta dell’amministrazione statunitense di fare in modo che si evitino altre stragi. Di fronte a questi problemi, la difesa del presidente Recep Tayyip Erdogan si basa sulla valutazione che la frontiera tra Turchia e Siria è lunga 400 chilometri e per questo difficile da sorvegliare. Nonostante ciò, nella zona è aumentata la presenza militare.

VUOTO LEGALE

L’ex consigliere militare turco Metin Gürcan ha spiegato a Al Monitor che esiste anche un altro problema di carattere legale: la legge turca permette che i detenuti siano liberati molto presto, in alcuni casi. Se ad esempio non sono armati o non hanno commesso delitti in Turchia, incorrono soltanto in pena amministrativa e possono di nuovo attraversare la frontiera. La riforma del Codice Penale in Turchia è in attesa da tempo e molto probabilmente ritornerà un tema caldo dell’agenda legislativa dei prossimi mesi.

Foto: Photo Diary FT – Twitter

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