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Debiti e bond. Viaggio nei conti (disastrati) della Sicilia di Crocetta/2

Mentre la saga sulle presunte intercettazioni tra il presidente della Regione Sicilia e il suo medico personale continuano ad arricchire le cronache di quotidiani e siti di informazione, il viaggio dentro il bilancio della Regione Sicilia mostra una realtà molto preoccupante, se si legge l’ultima relazione della Corte dei conti sul bilancio 2014 della Regione siciliana.

La Regione ha accumulato, infatti, “quindici mutui, un prestito obbligazionario e due anticipazioni di durata trentennale” che hanno fatto crescere il suo debito del 32,53%. Non solo, la Corte dei conti ha sottolineato che i mutui sono ormai “un’indispensabile fonte di finanziamento della Regione senza che, tuttavia, sia sufficientemente dimostrata, nel medio e nel lungo periodo, la sostenibilità del debito”. La Regione, dunque, contrae debiti che non sa se potrà ripagare.

DEBITI A BREVE TERMINE

I debiti a breve termine contratti dalla Regione Sicilia sono passati da 7.159 a 8.867 milioni di euro, (+23,9%), a causa dell’accumularsi dei “Residui passivi di bilancio” cui l’Amministrazione regionale non è riuscita a porre rimedio e che si trascinano da anni.

PASSIVITÀ A MEDIO E LUNGO TERMINE

Il problema delle passività a medio e lungo termine riguarda l’accumulo di mutui e debiti in capo alla Regione per far fronte alle spese. I mutui, scrive la Corte dei conti, “sono passati da 5.741 milioni di euro a fine esercizio 2013 a 6.839 milioni al 31 dicembre 2014 con un aumento del 32,53%. Nel dettaglio – segnala la Corte dei conti – nella posta ‘Mutui e finanziamenti’, il conto del patrimonio riporta quindici mutui, un prestito obbligazionario e due anticipazioni di durata trentennale ex art. 2 del decreto legge 8 aprile 2013, n.35, convertito nella legge 6 giugno 2013, n. 64, queste ultime due per l’importo di 891 milioni di euro”.

MUTUI, PATRIMONIO E ENTRATE NON RISCOSSE

E se da una parte l’Amministrazione regionale non è stata capace – secondo la Corte dei conti – di catalogare e inventariare beni, opere d’arte e azioni di sua proprietà (qui tutti i dettagli su come tal inadempienza gravi sul debito) dall’altra viene riconosciuto dalla stessa Corte che parte delle spese previste nell’esercizio 2014 dovevano essere coperte dal trasferimento di 585 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione di spettanza regionale da parte dello Stato, che invece non è avvenuto, così come non è stato stipulato un (altro) mutuo  di 145 milioni di euro con la Cassa Depositi e Prestiti S.p.a., autorizzato dalle leggi regionali n. 5 e 21 del 2014.

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