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Chi c’era e cosa s’è detto all’incontro con Julieta Valls Noyes

Crisi ucraina, Ttip, relazioni transatlantiche. Di questo e molto altro ancora s’è discusso ieri a Milano con Julieta Valls Noyes, deputy assistant secretary del Bureau of European and Eurasian affairs, ospite di un power breakfast organizzato dall’Amcham Italy, la Camera di commercio americana in Italia.

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CHI HA PARTECIPATO

All’evento – tenuto all’Hotel Park Hyatt e introdotto da Simone Crolla, consigliere delegato AmCham Italy – hanno partecipato, oltre ad aziende americane e italiane associate, anche l’ambasciatore Philip T. Reeker, console generale Usa nel capoluogo lombardo, e l’ambasciatore Douglas T. Hickey, commissario generale del padiglione statunitense all’Expo.

DI COSA SI È DISCUSSO

Quello della Valls Noyes è un nome di primo piano della diplomazia statunitense. Già vice capo missione dell’ambasciata Usa presso la Santa Sede da 2008-2011, gestì con successo la visita del presidente Barack Obama in Vaticano nell’estate 2009. La sua visita è stata l’occasione per discutere di diversi temi di politica estera, tra cui l’importanza dei negoziati in atto tra Washington e Bruxelles sul Ttip (il partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti che pare essere giunto allo sprint finale), le relazioni economiche e politiche tra Stati Uniti e Italia, l’attuale situazione in Ucraina, l’accordo tra Stati Uniti e Iran sul nucleare e i suoi effetti sugli scambi commerciali, senza dimenticare un’analisi dei primi risultati dell’impegno di public diplomacy del governo americano, svolto attraverso la partecipazione all’Esposizione universale.

TIMORI E SPERANZE

In particolare, l’esponente dell’amministrazione americana si è soffermata sulle tante opportunità che, con la firma del Ttip, si apriranno per i settori produttivi delle due sponde dell’Atlantico: manifattura, artigianato, agroalimentare, moda, per citarne alcuni. Ma la rappresentante del governo americano ha anche voluto parlare dei rischi della crisi di Kiev. In questo delicato frangente ha rimarcato la necessità di tenere duro sulle sanzioni (che non penalizzano Usa ed Europa come il Cremlino vorrebbe far credere, come indicano svariati rapporti); il bisogno che Mosca rispetti i punti contenuti negli accordi di Minsk 2 come premessa per la pace; e, infine, non ha celato un velo di preoccupazione per la crescente disinformazione mediatica e politica operata da Vladimir Putin, che sembra trovare in Europa e in particolare in Italia un terreno fertile.

TUTTI I PARTECIPANTI

Ad arricchire il dibattito, oltre agli ospiti già citati, c’erano anche: Maurizio Botta, managing director di 3M Italia; Bea Camp, coordinatrice del padiglione per il Dipartimento di Stato; Julia Cozzi, Europe country marketing manager di Xerox; Charlie Faas, ceo del padiglione Usa; Alberto Frausin, ceo di Carlsberg; Roberto Iervolino, corporate sales director di Sicuritalia; Marco Livelli, vice presidente di Confindustria Piacenza; Stefano Lucchini, capo degli international and regulatory affairs d’Intesa Sanpaolo; Farrell Mabry, business developer AmCham Italy; Massimiliano Magrini, co-fondatore e managing partner di United Ventures; Paolo Marchesini, government, public and regulatory affairs manager di Du Pont de Nemours italiana; Gabriele Mazzoletti, director, corporate communications & public affairs di Sorin Group; Paolo Messa, fondatore di Formiche e direttore del Centro Studi Americani di Roma; Robert Peaslee, principal commercial officer del consolato Usa; Adriano Perotta, vce president legal services Italy & Mediterranean di Dhl Express; Sunil K. Ravi, consul for Economic affairs del consolato Usa; Saverio Rondelli, chief executive officer & capo per l’Italia di Lincoln International; Elia Tello  deputy commissioner general del padiglione americano; Enrico Toson, enterprise group marketing manager di Hewlett-Packard italiana; Marco Venturini, president & managing director di Phase Motion Control; e Julie Wadler, president di Friends of the USA Pavilion.

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