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Bravo “Margaret” Renzi sugli scioperi

“Sono passati da lungo tempo i giorni in cui solo i datori di lavoro erano danneggiati da uno sciopero. Oggi gli scioperi danneggiano i membri del sindacato e le loro famiglie non meno che tutti noi. Un solo sindacato può facilmente privarci tutti del carbone o di viveri o di trasporti. Ma c’è una cosa che non può fare: non può difendere i suoi membri da azioni similari intraprese da altri sindacati’’. Chi parla è Matteo Renzi? No. È Margaret Thatcher nel discorso pronunciato in occasione del Congresso del Partito Conservatore a Blackpool il 12 ottobre 1979. Ci sono voluti 36 anni perché una simile considerazione la facesse anche un leader sedicente di sinistra in Italia.

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In una recente intervista televisiva ad un giornalista che gli ricordava che le valutazioni del Fondo monetario internazionale (l’Italia impiegherà vent’anni per tornare ai livelli di occupazioni precedenti la Grande Crisi) l’ineffabile ministro Giuliano Poletti rispondeva che, se saranno confermati i trend dei primi mesi del 2015 (200mila assunzioni) di anni ne basteranno solo cinque. Purtroppo, pochi giorni dopo l’Istat pubblicava i dati di giugno, con la risalita del tasso di disoccupazione, soprattutto di quella giovanile.

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Il confronto tra le statistiche sull’occupazione fornite dal ministero del Lavoro e quelle ufficiali dell’Istat ricordano un episodio della saga di ‘’Mondo piccolo’’ di Giovanni Guareschi: la competizione tra l’orologio del Comune e quello del campanile della Chiesa parrocchiale. Peppone e don Camillo fanno gara a quale suona per prima facendo scorrere in avanti le lancette.

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Dal 2010 ‘’la spesa pubblica è calata in quasi tutte le sue componenti e per importi molto rilevanti’’. Così scrive Carlo Cottarelli nel suo saggio La lista della spesala verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare (Feltrinelli). L’unica componente  aumentata – del 10% – è stata quella previdenziale. Anzi, mentre il resto della spesa scendeva di 24 miliardi quella degli enti previdenziali cresceva di 28 miliardi. Perché si è verificato un siffatto  processo nonostante i tagli e le riforme nel frattempo intervenute? ‘ La spesa per pensioni rispetto al Pil – scrive Cottarelli – è tra le più alte al mondo e non solo perché siamo un Paese di vecchi, ma anche per le condizioni, relativamente generose, del sistema di pensionamento applicato per anni in Italia”.

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