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Google, tutte le strategie (e le incognite) della nuova holding Alphabet

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Google cambia struttura, per razionalizzare la gestione di un business che comprende ormai molto più che la ricerca Internet e la pubblicità. Una trasformazione che aiuta Big G a capire meglio quali sono le sue attività più promettenti, e che accoglie le richieste degli azionisti preoccupati dall’allontanamento dal core business con investimenti miliardari in progetti che vanno dai droni ai palloni aerostatici.

L’ANNUNCIO DI PAGE

Google ha creato una holding company chiamata Alphabet Inc. che gestirà la sua vasta gamma di attività, dai robot alle auto senza conducente, dalla ricerca sull’invecchiamento alle tecnologie per le smart cities fino alle connessioni Internet ultra-veloci. “Questo ci permette di gestire in modo indipendente attività che non sono collegate tra loro”, ha spiegato Larry Page nel blog ufficiale di Google. “Come scrivevo con Sergey 11 anni fa per spiegare la fondazione di Google, la nostra non è un’azienda convenzionale. E non abbiamo intenzione di diventare convenzionali adesso”. Infatti Google ha “scommesso” su aree che possono sembrare “strane speculazioni” se paragonate al core business. “Ma molte delle imprese folli in cui ci siamo lanciati ora hanno miliardi di utenti, come Google Maps, YouTube, Chrome e Android. Per questo non ci siamo fermati. Non ci accontentiamo di fare sempre le stesse cose con piccoli cambiamenti incrementali. Nell’industria tecnologica sono le idee rivoluzionarie che creano nuove grandi aree di crescita”.

PERCHE’ ALPHABET

“La nostra struttura funziona bene oggi ma possiamo renderla più trasparente”, continua Page. “Per questo creiamo una nuova azienda chiamata Alphabet e sono entusiasta di guidarla come Ceo insieme a Sergey che ne sarà presidente”. Alphabet viene definita da Page come un “insieme di aziende di cui la maggiore è Google”. Le imprese più lontane dal core business vengono separate da Google e fatte confluire in Alphabet. “Questa nuova struttura ci permette di avere una perfetta concentrazione su tutte le nostre straordinarie opportunità”.

I NUMERI DI GOOGLE

Google ha avviato decine di nuove attività negli ultimi anni ma la sua fonte primaria di guadagni resta la pubblicità, da cui ricava la maggior parte delle revenues (66 miliardi di dollari, 74 miliardi previsti per quest’anno) e quasi tutti gli utili. La società di ricerche eMarketer stima che Google intaschi un dollaro ogni 10 che vengono spesi in pubblicità nel mondo. La seconda maggiore fonte di entrate per Google è la vendita di app, musica e film tramite il Play store sui cellulari Android.

CHE COSA CONTERRA’ ALPHABET

Queste attività redditizie fanno ora parte della nuova Google Inc. mentre dentro Alphabet confluisconoNest, che si occupa di connected home ed è diretta da Tony Fadell; Fiber, il servizio Internet ultra-veloce di Google; Calico, laboratorio di ricerca biotech diretto da Art Levinson; Google X, il laboratorio di ricerca che porta avanti progetti avveniristici come le self-driving car e i droni per la consegna delle merci; Google Ventures, la società di venture capital di Google; Google Capital, che si occupa di finanziamenti late-stage; e Sidewalk, progetto di tecnologia urbana (smart cities) diretto da Dan Doctoroff. 

EVITARE IL DESTINO DI MICROSOFT (SECONDO FT)

La scelta di Google di creare una holding company nasce dunque dalla considerazione dei co-fondatori che la loro azienda, che vale circa 445 miliardi di dollari, è diventata troppo complessa da gestire perché si è allargata verso rami di attività molto lontani dall’originario business della ricerca. Ma secondo il Financial Times, Larry Page e Sergey Brin vogliono anche preservare la capacità di Google di mettere a frutto la sua ricchezza e dominare nei campi dell’hitech che più contano: “Da anni sono decisi a evitare il destino di Microsoft che non è riuscita a usare i profitti del suo monopolio nel software per costruirsi una posizione dominante in altri importanti mercati tecnologici ed è rimasta indietro nella grande corsa al mobile”, scrive il FT.

IL FUTURO DI GOOGLE SECONDO PAGE

“Sergey ed io siamo molto decisi a tentare nuove strade”, si legge nel post di Page. Per questo Alphabet includerà anche l’X lab, quello delle ricerche più visionarie, e le società di investimento Ventures e Capital. “Si tratta di un nuovo emozionante capitolo nella storia di Google”, annuncia Page. “Ci piace il nome Alphabet perché significa raccolta di lettere che rappresentano il linguaggio e il linguaggio è una delle più importanti innovazioni umane, e anche il cuore di quello che indicizziamo con la Google search. Ci piace anche che possa significare alpha-bet (Alpha è il ritorno sull’investimento al di sopra del benchmark) ed è qui che puntiamo!”

I CASI DI FACEBOOK E AMAZON

La mossa di Google è la più significativa manovra varata da un colosso della Silicon Valley per mettere ordine nei suoi business tentacolari, commenta il New York Times. Altre aziende hanno lo stesso problema, come Facebook e Amazon; tutte queste tech companies hanno iniziato focalizzandosi su un grande business principale (social network, la vendita di libri online) ma si sono fortemente diversificate negli anni (cloud computing, condivisione di foto, satelliti). Alcune stanno cercando di fare chiarezza nelle tante attività, come Amazon, che quest’anno per la prima volta ha fornito i risultati finanziari del ramo cloud computing scorporati dal resto. Ma Google è andata ben oltre: mette ordine nella sua variegata struttura, preserva la sua capacità innovativa e dà a Page e Brin spazio per nuovi progetti avvenistici (all’interno della holding Alphabet) senza innervosire Wall Street.

INVESTITORI PIU’ SODDISFATTI

A partire dal quarto trimestre, Google fornirà anche report finanziari separati per le attività core (quelle di Google Inc., che ora comprende Search, Advertising, Maps, YouTube, Android) e per gli altri business di Alphabet (considerati però tutti insieme, non separatamente). Questo risponde alle pressioni degli investitori preoccupati che Google si distragga dal redditizio business della ricerca e della pubblicità spendendo miliardi in attività di cui non si vede l’immediato ritorno.

“E’ diventato sempre più difficile nascondere i costi dei progetti di Google”, sottolinea un ex manager dell’azienda. “E’ più facile ora se il core business viene separato” e le imprese più rischiose restano a parte. Secondo Jan Dawson, analista di Jackdaw Research, questo potrebbe anche permettere a Google di procedere con lo spin off di alcune delle attività più sperimentali. 

“Gli investitori si chiedono da tempo quanto Google investa in queste ventures”, sottolinea Colin Gillis, analista di BGC Financial. “Ora non devono più indovinare. Non solo: Google adesso ha una struttura che le permette, se vuole fare un’acquisizione, di aggiungere più facilmente un nuovo ramo di business”.  

Gillis pensa anche che la riorganizzazione potrebbe essere il primo passo per una disclosure più “spinta” nei prossimi mesi – per esempio risultati separati per YouTube, traino per le vendite di pubblicità di Google, o dati su quanto Google spende in imprese sperimentali come i droni. 

Qualche analista pensa addirittura che la nascita di Alphabet sia preludio di ulteriori cambi strutturali: “Potrebbe essere la prima mossa di una complessa manovra”, dice Rick Summer, analista di Morningstar.

PUCHAI NUOVO CEO DI GOOGLE

Il cambio di struttura intanto porta con sé una nuova organizzazione manageriale: Alphabet sarà guidata dagli attuali numeri uno di Google, Larry Page (Ceo), Sergey Brin (President) Eric Schmidt (Executive Chairman), il chief financial officer Ruth Porat e il chief counsel David Drummond, mentre Google, che ora è una sussidiaria di Alphabet, avrà il suo Ceo, Sundar Pichai, finora capo del product and engineering della divisione Internet di Google. Pichai riporterà direttamente a Larry Page. Google ha creato così una struttura simile alla Berkshire Hathaway Inc., l’impero industriale di Warren Buffet, che in un incontro con gli investitori dello scorso dicembre Page ha lodato come modello per gestire un’azienda vasta e complessa.

“Sundar si concentrerà sul core business e Larry e Sergey avranno più tempo per dedicarsi a studiare le future aree di crescita per il gruppo”, osserva Sameet Sinha, analista di B. Riley & Co.

Il cambio di struttura di Google è una promozione importante per la già centrale figura di Pichai, 43enne top manager nato in India che già da un anno di fatto guidava i business chiave a Mountain View.

Susan Wojcicki resta alla guida delle operazioni quotidiane di YouTube ma ora riporta direttamente a Puchai, mentre il chief business officer Omid Kordestani diventerà consulente di Alphabet e Google e il ruolo di chief business officer sarà eliminato del tutto; al suo posto ci saranno invece un direttore vendite – Philipp Schindler – e un direttore partnerships – Daniel Alegre.

I DUBBI

“Lo scopo di Google è presumibilmente quello di segnalare agli investitori che la loro richiesta di maggiore trasparenza è stata accolta”, commenta Brian Wieser, analista di Pivotal Research. Tuttavia, “solo perché fornisce dati separati per i vari progetti non significa che smetterà di investire in attività del tutto staccate dal core business. Sulla carta la riorganizzazione è positiva perché offre maggiore trasparenza, ma non è chiaro quanta disclosure ci sarà veramente”.

Anzi, la riorganizzazione è un segnale che Google “non ha nessuna intenzione di allentare il ritmo delle sperimentazioni avveniristiche”, secondo Michael Yoshikami, direttore del gestore di fondi Destination Wealth Management.

Non mancano altri dubbi. C’è chi si chiede come farà Alphabet a tirar fuori i soldi per finanziare i suoi progetti e quali saranno le ricadute della nuova struttura sulle questioni legali e regolatorie aperte di Google, soprattutto in Europa. David Larcker, professore alla Stanford Graduate School of Business, nota anche che una holding company è una struttura complicata che a Wall Street non piace molto. Di recente, gli investitori hanno costretto General Electric a scorporare la sua unit finanziaria GE Capital dopo che era diventata un peso anziché un motore di profitti.

Wall Street però per il momento sembra gradire: Google ha presentato la nuova struttura ieri sera dopo la chiusura del mercato Usa, ma nel late trading le azioni sono balzate del 6,2% a 705 dollari (dopo aver perso lo 0,3% nel pomeriggio) facendo guadagnare all’azienda più di 28 miliardi di dollari di valore.

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