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Vi spiego perché Tsipras vincerà le elezioni anticipate

Alexis Tsipras si è dimesso perché sa che vincerà. La sua mossa non è né una sfida e neppure un azzardo. E’ solo l’ennesimo tentativo per cercare di uscire da vincitore in un mare di perdenti. E chi si stupisce di questo voto anticipato, sbaglia. Le tranche di aiuti non verranno intaccate, le riforme sono state approvate, la sua popolarità crescerà. Parola di Dimitri Deliolanes, ex corrispondente per il canale televisivo greco Ert in Italia, osservatore delle cose politiche e non solo di Atene.

I RIVALI (INESISTENTI)

Dice Deliolanes, ex corrispondente per il canale televisivo greco Ert in Italia, a Formiche.net: “Gli altri candidati non valgono nulla: il leader di Nuova Demokratia, Vangelis Meimarakis, doveva essere di passaggio ma ora si trova in mezzo a queste elezioni e quindi di passaggio non è più. Ma è senza carisma, non conta granchè. Il leader di Alba Dorata, Nikolaos Michaloliakos, ad oggi, ha poca presa. L’esponente di To Potami, Stravros Theodorakis, è un ex personaggio televisivo abbastanza ridicolo”. Tsipras – secondo Deliolanes – distaccherà tutti, di parecchio e poi ha dalla sua il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale greca: il primo partito prende un bonus di 50 seggi così da arrivare al 40%. Quindi, anche senza gli attuali 30 dissidenti, Syriza vincerà, secondo il giornalista e saggista.

SINISTRA CENTRISTA?

Quella di Tsipras sembra essere una mossa verso il centro. Un tradimento? Un ammorbidimento? Deliolanes spiega che il premier dimissionario gode di un alto tasso di popolarità nonostante la marcia indietro rispetto alla sua idea di programma economico. I greci hanno capito: “Le intenzioni del primo ministro erano buone, ma il rapporto di forza sfavorevole l’ha costretto ad un passo indietro. Lo spostamento verso il centro non c’è, ma questo è più che altro verso la governabilità. Lo spostamento è di linguaggio più che di contenuto”. La sinistra, insomma, non gioca più a fare “la sinistra di sinistra”, ma vuole trasformarsi in una sinistra di governo, che sa fronteggiare i problemi, gestire la crisi, dialogare con l’Europa e con un più ampio elettorato.

IL FUTURO DI SYRIZA

“Come ho scritto nel mio ultimo libro (La sfida di Atene, Fandango, 2015) Tsipras è il più importante leader nazionale a capo di un partito che si trova ai margini della vita politica”, continua Deliolanes: “Basti pensare – aggiunge – che Syriza conta 30 mila militanti, ma che alle ultime elezioni ha preso 2 milioni 200 mila voti”, afferma il giornalista greco. In altre parole il progetto politico di Tsipras è quello di far coincidere la sua popolarità con quella del suo partito, togliendo di mezzo i dissidenti. Syriza smette di essere la Syriza pre 2009. Meno radicale, meno ostracista, più con i piedi per terra.

E VAROUFAKIS?

C’è chi vedo l’ex ministro Yanis Varoufakis come un futuro professore di successo, chi a capo di “Unità popolare”, la Syriza radicale, ma a quanto pare “ la sinistra di sinistra” sarà guidata da Kostantopoulou e Lafazanis (ex ministro dell’energia). “Le ultime voci non verificate, dicono che per l’ex ministro delle Finanze si prospettano due strade: la prima nel ruolo di consigliere economico di governo senza presentarsi al parlamento, la seconda candidandosi nella lista di Syriza”. Dunque nessuna concorrenza? Si vedrà.

I SONDAGGI

A inizio luglio Syriza era data a poco più del 30% distaccando ND di oltre 10 punti percentuali. Ma, come afferma Deliolanos, “lasciate stare i sondaggi greci perché sono come gli oroscopi: tirati a caso”.

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