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Chi è Oleg Sentsov, il regista ucraino imprigionato in Russia

Un tribunale russo ha condannato a 20 anni di prigione il regista ucraino Oleg Sentsov. L’accusa è di aver compiuto due attacchi terroristici in Crimea e di averne organizzato un terzo. Inoltre, l’uomo è considerato dalla giustizia russa come il fondatore di un gruppo terrorista legato agli ultranazionalisti ucraini di “Settore di destra”, organizzazione fuorilegge in Russia.

IL PROCESSO

Sentsov ha 39 anni ed è stato processato insieme all’attivista ucraino Alexandr Kolchenko, condannato a 10 anni di carcere dopo essersi dichiarato colpevole di aver attaccato la sede di Russia Unita a Simferopol durante una protesta contro la politica del Cremlino.

L’ACCUSA

L’accusa sostiene che Sentsov e Kolchenko avessero anche intenzione di danneggiare la statua di Lenin a piazza Simferopol e il monumento ai caduti della Secondo Guerra Mondiale nel porto di Sebastopol, base della Marina russa nel Mar Nero. Il regista si è distinto anche per il suo attivismo nelle manifestazioni di piazza dell’Euromaidan, a Kiev.

FILM E LIBRI

Autore di diverse sceneggiature cinematografiche, Sentsov ha diretto soltanto un film nel 2011, Gamer, un lungometraggio che racconta il dramma di un adolescente ossessionato dai videogiochi. Il film ha ricevuto molti premi a livello internazionale. L’anno scorso Sentsov ha pubblicato un romanzo: Comprate il libro, è divertente. Ha due figli, Alina, di 13 anni, e Vladislav, di 11 anni, che soffre di autismo.

FARSA GIURIDICA

L’organizzazione russa per la difesa dei diritti umani Memorial e Amnesty International considerano Sentsov un prigioniero politico. L’Unione europea, gli Stati Uniti e il presidente ucraino Petro Poroshenko hanno chiesto la sua liberazione: “Oleg, resisti. Arriverà l’ora in cui chi ha organizzato questa farsa giuridica contro di te sarà seduto al posto degli accusati”, ha scritto su Twitter Poroshenko.

I DIFENSORI

Da mesi l’Accademia del cinema europeo chiede la liberazione del giovane regista. Come ricorda il Times, sono molti i colleghi – anche celebri – che hanno firmato un appello al presidente russo Vladimir Putin per chiederne la scarcerazione: tra loro Pedro Almodóvar, Win Wenders, Ken Loach, Stephen Daldry, Mike Leigh, Aki Kaurismäki, Bertrand Tavernier e Andrei Zvyagintsev.

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