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Perché l’Arabia Saudita appoggia l’accordo sul nucleare dell’Iran

A otto mesi dal suo arrivo al trono, il re dell’Arabia Saudita Salman ha incontrato il presidente Barack Obama alla Casa Bianca. L’incontro è stato occasione per esprimere un generale apprezzamento da parte dell’Arabia Saudita in riferimento all’accordo sul nucleare iraniano.

Durante una conferenza stampa organizzata all’ambasciata dell’Arabia Saudita presso gli Stati Uniti, il ministro degli Esteri Adel al-Jubeir ha messo in evidenza le assicurazioni date da Obama il quale ha affermato che si tratta di un accordo che previene l’Iran dal dotarsi dell’arma nucleare, permette la realizzazione di ispezioni in siti militari e sospetti e non esclude il ristabilimento di sanzioni in caso di violazioni dell’accordo da parte dell’Iran.

Affermazioni che hanno portato l’Arabia Saudita ad appoggiare l’accordo. “Crediamo che l’accordo possa contribuire alla sicurezza e stabilità nella regione, prevenendo una potenziale acquisizione dell’arma nucleare da parte dell’Iran”, ha detto il ministro degli Esteri.

Certo è che il timore di un Iran economicamente e politicamente più forte, capace di ridisegnare gli equilibri della regione mediorientale, continua a costituire un pensiero latente delle potenze del Golfo. Ma come ha affermato lo stesso ministro degli Esteri saudita, “ora con l’Iran abbiamo un problema in meno da gestire e possiamo focalizzarci di più sulle attività del Paese nella regione”. I due Paesi sono divisi su un gran numero di questioni: dalla guerra siriana agli squilibri dello Yemen. Al Jazeera riporta le parole di Aaron David Miller, analista del Wilson Center di Washington, secondo cui “quello che maggiormente preoccupa i sauditi sono le politiche iraniane nella regione. L’accordo con l’Iran e l’eliminazione delle sanzioni darà al Paese maggiori risorse per le loro aspirazioni regionali”.

Durante l’incontro, come si legge su Reuters, il presidente Usa e il re saudita hanno anche discusso della questione terrorismo legata a Isis. In ballo c’è la fornitura da parte degli Stati Uniti di tecnologia militare e armi, oltre che l’individuazione di una nuova partnership strategica per la quale non sono stati resi noti i dettagli. “Lo Stato del Golfo è in trattativa con il governo Usa per l’acquisto di due fregate basate sulla nave da guerra che Lockheed Martin Corp sta costruendo per la U.S. Navy, un accordo del valore di oltre $1 miliardo – proseguono Yeganeh Torbati e Julia Edwards su Reuters – la vendita sarebbe cruciale per il processo di modernizzazione della forza navale saudita e sarebbe arricchita dall’acquisto di motovedette di più piccola dimensione”.

I due leader hanno discusso molto della guerra in Siria, delle preoccupazioni legate ai bassi prezzi del petrolio e della crisi umanitaria in Yemen dove una coalizione guidata dall’Arabia Saudita e supportata dagli Stati Uniti sta contrastando i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran. BBC riporta le parole del presidente Obama il quale ha affermato: “Condividiamo le preoccupazioni relative alla situazione in Yemen e il bisogno di restaurare un governo funzionante e inclusivo, capace di ristabilire la situazione umanitaria nel Paese”. Il presidente Obama ha richiesto a re Salman di assicurare l’accesso illimitato in Yemen da parte delle organizzazioni umanitarie.

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